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Ue: la Serbia mette il primo piede nell’Unione europea

Siglato accordo di associazione tra Bruxelles e Belgrado. Il presidente Tadic promette piena cooperazione sulla giustizia per la cattura di Mladic

di Redazione

Con la sigla a Bruxelles dell’accordo di associazione e stabilizzazione (Asa) con l’Ue, la Serbia ha compiuto un primo passo verso l’integrazione europea. Alla cerimonia per la “parafatura” dell’intesa in vista della firma che potrebbe arrivare gia’ nei prossimi mesi, il presidente Boris Tadic ha promesso piena cooperazione con il Tribunale internazionale dell’Aia, anche per l’arresto del superlatitante Ratko Mladic. Ma ha avvertito che l’accordo non e’ collegato in alcun modo al negoziato sul futuro status del Kosovo, per il quale si negozia a Vienna e non a Bruxelles.

“Sono molto soddisfatto”, ha spiegato il presidente serbo ai giornalisti, esprimendo l’auspicio che l’accordo possa essere firmato “nelle prossime settimane”. Tadic ha spiegato che la sua personale presenza a Bruxelles, inusuale per quello che normalemente e’ considerato un incontro tecnico, “e’ molto importante per mostrare al nostro popolo che siamo sulla strada giusta”. Belgrado, ha assicurato il presidente, “coopera onestamente con il Tribunale internazionale dell’Aia perche’ e’ nel suo interesse”.

“Se si trova qualche segno che Mladic e’ sul nostro territorio lo arrestermo subito e lo manderemo all’Aia, e non perche’ ce lo chiede l’Ue, ma per noi stessi, per i nostri valori di Paese europei e perche’ questa e’ la precondizione per la riconciliazione dei popoli balcanici”, ha sottolineato. La collaborazione con i giudici dell’Aia inoltre, ha spiegato Tadic, “e’ cruciale per la nostra credibilita’ sulla questione dello status del Kosovo”.

Ma in ogni caso per questo problema “si negozia a Vienna e non a Bruxelles”, ha aggiunto il presidente per sgombrare il campo dalle insinuazioni di chi vede l’accordo come un mezzo dell’Ue per ammorbidire Belgrado sul Kosovo. Grande soddisfazione e’ stata espressa anche dal vicepremier serbo Bozidar Djelic, che ha ricordato le positive ricadute economiche e ha presentato alla Commissione il piano d’azione per raggiungere lo status di Paese cadidato all’adesione entro il 2008. Un gesto apprezzato molto dal commissario Ue all’Allargamento Olli Rehn che ha comunque ricordato che “la piena collaborazione con il Tribunale internazionale rimane la precondizione della firma dell’accordo”.


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