Welfare

Padova: il lavoro entra in carcere grazie alle cooperative sociali

Firmato del protocollo d’intesa, triennale, tra l’ufficio Esecuzione penale esterna di Padova e Rovigo e Confcooperative - Federsolidarietà.

di Redazione

Si aprono nuove possibilità di un inserimento lavorativo nelle cooperative sociali, a beneficio delle persone in esecuzione penale esterna. È questo il frutto della firma del protocollo d?intesa, di durata triennale, tra l?ufficio Esecuzione penale esterna di Padova e Rovigo (Uepe) e Confcooperative – Federsolidarietà Padova.

Un accordo, questo, che nasce dalla convinzione che “il recupero e il reinserimento sociale possano essere raggiunti impegnando gli interessati in attività produttive e facendo loro conseguire disponibilità economiche idonee a soddisfare i bisogni propri”, come si legge nel documento. L?idea condivisa è che la vera riabilitazione avvenga quando si è gratificati dalla propria attività e che le cooperative in questo ambito possono avere un ruolo di primo piano: “Le misure alternative forniscono opportunità di percorsi esistenziali affrancati dal crimine, offrendo maggiori possibilità di recupero”.

Il protocollo stabilisce precisi compiti e doveri: l?Uepe di Padova e Rovigo si impegna a collaborare con Confcooperative per sensibilizzare gli ambienti lavorativi e assicurare concrete opportunità di inserimento. Suo compito inoltre è di segnalare i nominativi dei soggetti interessati, informare il datore di lavoro della situazione personale e penale del soggetto, soprattutto in merito alla specifica formazione lavorativa e, infine, seguire e monitorare la persona per tutto il tempo necessario. Dal canto suo, Confcooperative gestirà l?ambito dell?offerta di lavoro, sosterrà concretamente l?inserimento, verificherà con cadenza periodica l?andamento del percorso e vigilerà, in generale, sul rapporto di lavoro.

“Quello di oggi è un importante risultato, frutto di un lavoro iniziato un anno fa e finalizzato a creare opportunità d?inserimento in cooperative di tipo B per detenuti” commenta Fabrizio Panozzo, presidente Confcooperative – Federsolidarietà Padova. Mentre per Ugo Campagnaro, presidente Confcooperative Unione Interprovinciale di Padova e Rovigo, “questo protocollo costituisce un progetto pilota che ora coinvolge le cooperative sociali ma che desideriamo venga allargato a tutte le cooperative”.

E aggiunge: “Il dato impressionante è che la recidiva dei reati cade dal 70% al 18% se i detenuti sono accompagnati in un progetto di recupero”. Concetto rimarcato da Daria Morara dell?Uepe, che segnala anche alcuni dati: “Prima dell?indulto nel giugno del 2007 l?Uepe si occupava di 250 persone detenute nella provincia di Padova, di cui 50 svolgevano un lavoro esterno. Oggi i casi di nostra competenza sono circa 30, ma prevediamo un progressivo incremento. Vista l?esperienza positiva del passato l?Uepe ha agito per aumentare il numero delle cooperative di riferimento in vista degli inserimenti lavorativi, progetto che si avvia ufficialmente oggi con questo protocollo”.

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