Sostenibilità

L’energia alternativa soffia su Piazza Affari

Il 21 novembre l'altoatesina Fri-El Green Power sbarcherà in Borsa

di Redazione

L’energia alternativa sbarca in Piazza Affari. Fri-El Green Power, azienda altoatesina attiva nelle energie rinnovabili, sarà quotata alla Borsa di Milano , probabilmente dal 21 novembre, con la speranza, basata sui requisiti di capitalizzazione, di far parte delle blue chips, anche se il fatturato dei primi nove mesi dell’anno è di 38,4 milioni (+95% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso). L’offerta di 133.500.000 azioni di nuova emissione partirà il 12 per concludersi il 16 novembre.

La quota riservata al pubblico è del 10%, quella per investitori italiani, europei e americani arriva al 90%. L’intervallo di prezzo è compreso tra i 2,30 e i 3,45 euro per azione, cui corrisponde ad una valorizzazione della società tra i 921 e i 1.382 milioni. Il flottante sarà il 25% e potrà arrivare fino al 28,8% con la green shoe. Nelle casse del gruppo entreranno tra i 307 e i 461 milioni, fondi che rappresenteranno, ha spiegato l’ad Josef Gostner, il 20% del capitale necessario per il project financing. La società di Bolzano, fondata nel 1994 dai fratelli Thomas, Josef e Ernst Gostener, ha in programma investimenti per 2,4 miliardi fino al 2011. Fri-El, quarto operatore italiano nelle energie alternative, conta infatti ora su 10 impianti di energia eolica concentrati nel Sud Italia e in Sardegna e ne ha 11 in costruzione. Il gruppo è attivo anche nelle biomasse e nel biodiesel. Nei primi nove mesi dell’anno, l’ebitda della società è salito a 21,4 milioni (+115%, con un ebitda margin del 75%).

Il risultato netto è raddoppiato a 3,2 milioni. In aumento anche l’indebitamento finanziario a 244,6 milioni, rispetto ai 153,4 del 31 dicembre 2006, dovuto soprattutto agli investimenti. L’indebitamento ha affermato il direttore finanziario Georg Vaja è alto “perché stiamo investendo tantissimo. Nei prossimi anni sarà sempre di meno”. Il prospetto segnala tra i fattori di rischio il “potenziale conflitto di interessi con Unicredit”, che agisce come coordinatore dell’offerta, responsabile del collocamento e sponsor. L’esposizione di Unicredit con il gruppo era al 30 giugno scorso di 32 milioni, l’11% dell’indebitamento finanziario lordo. “Il conflitto – ha sottolineato durante la presentazione Luca Domina di Unicredit – è controllato ad abbondanza. Non siamo gli unici collocatori e ci faremo rimborsare alla scadenza”. Coordinatore dell’offerta è anche Merril Lynch, che è anche joint bookrunner con Lehman.


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