Politica

Myanmar: sospetti su condizione di salute di San Suu Kyi

Due visite mediche in appena una settimana. A Yangoon ci si interroga sulla sorte della Premio Nobel birmana

di Redazione

Nel corso di appena una settimana Aung San Suu Kyi e’ stata visitata in due occasioni dai medici che la seguono: lo ha riferito Nyan Win, portavoce della Lnd, la Lega Nazionale per la Democrazia, principale partito di opposizione nel Myanmar, facente appunto capo al premio Nobel per la Pace 1991. “Per quanto ne so, le sue condizioni di salute sono buone, ma in dettaglio non sappiamo niente”, ha precisato il portavoce, precisando che Suu Kyi e’ stata vista da un dottore prima venerdi’ scorso, e poi ancora il giorno successivo. La 62enne oppositrice della giunta al potere nell’ex Birmania, agli arresti domiciliari dal 2003, ha trascorso dodici degli ultimi diciott’anni sottoposta a vari provvedimenti restrittivi della liberta’ personale, per lo piu’ confinata nella sua villetta in riva al lago che si estende alla periferia di Yangon, la vecchia capitale birmana gia’ nota come Rangoon.

Suu Kyi oggi dovrebbe avere un nuovo colloquio con l’inviato speciale delle Nazioni Unite, Ibrahim Gambari, alla seconda missione nel Paese asiatico dalla feroce repressione che alla fine di settembre stronco’ le manifestazioni di piazza per le riforme, guidate dai monaci buddhisti; nel corso della prima, il regime aveva inopinatamente concesso a Gambari di incontrarla per due volte, inizialmente per circa un’ora, poi per una ventina di minuti soltanto. Alla leader della Lnd sono consentiti pochissimi contatti con l’esterno sebbene, durante le proteste, a sorpresa apparve un giorno sulla porta di casa per salutare i dimostranti, impartire loro la propria benedizione e confermare il suo appoggio. In genere comunque Suu Kyi vive segregata, con l’unica compagnia di una cameriera che abita insieme a lei; di regola il suo medico personale le fa visita non piu’ di una volta al mese. Quattro anni fa, dopo essere stata arrestata, dovette sottoporsi a un intervento chirurgico in seguito al quale le fu permesso lasciare la prigione per continuare la detenzione nella sua residenza. Lo scorso novembre le fu inoltre praticata una risonanza magnetica per accertare l’evoluzione di varie complicanze, soprattutto di natura cardiaca e ginecologica; ma l’esame escluse rischi particolari per la salute della paziente.


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