Volontariato

Il Parlamento dà il via libera alle tariffe sociali sulla luce

Una manovra da 350 milioni di euro

di Redazione

Si appresta a passare all’esame della Commissione Attivita’ produttive della Camera e Industria del Senato il provvedimento sulle tariffe sociali dell’elettricita’, messo a punto dal ministero dello Sviluppo per alleggerire la bolletta delle nuclei familiari meno abbienti e dei malati che utilizzano apparecchi medici ad alto consumo di energia. Oggi e’ stato fatto il punto sulle tariffe sociali durante un incontro svoltosi al ministero dello Sviluppo economico, a cui hanno partecipato il sottosegretario allo Sviluppo, Filippo Bubbico, tecnici del ministero del Tesoro e della Famiglia, dell’Autorita’ per l’energia e rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. ”Il provvedimento e’ stato largamente condiviso”, afferma Bubbico, ricordando tra l’altro che il testo ha avuto il via libera della conferenza unificata Stato-Regioni la scorsa settimana. Sia il ministero della Famiglia sia i sindacati hanno pero’ sottolineato un punto: la riforma, che dovrebbe entrare in vigore dal primo gennaio, non deve avere ricadute negative, in termini di oneri, per le famiglie al di fuori della fascia sociale. La manovra prevede un bonus attorno al 20% sulla bolletta media per circa 5,2 milioni di beneficiari potenziali. L’onere, come riporta la relazione tecnico-finanziaria citando stime dell’Authority – ammontera’ a circa 350 milioni di euro. La cifra, secondo quanto prevede il decreto, sara’ spalmata su tutte le utenze, sia famiglie che imprese, con un maggior costo pari a 0,14 centesimi di euro a megawattora. Il decreto andra’ in commissione proprio con questo impianto, come confermano dal ministero. Per quanto riguarda il nodo della ripartizione dell’onere, Bubbico fa notare che ”gia’ nel sistema attuale esiste una fascia cosiddetta sociale”, che pero’ premia i bassi consumi (per cui un single puo’ pagare meno, di fatto, di una famiglia numerosa). Per finanziarla ”paghiamo tutti – spiega il sottosegretario -. Ora questo meccanismo verra’ meno”, e quindi si avra’ una sorta di compensazione tra il ‘gettito’ che deriva dall’attuale fascia sociale e quello che sara’ prodotto dal nuovo sistema. Tra le ipotesi circolate c’era anche quella che l’onere potesse essere ripartito non su tutte le utenze, ma su tutti i contribuenti. In realta’, trattandosi di una tariffa sociale, l’onere non dovrebbe essere caricato sulla fiscalita’ generale, ma piuttosto essere finanziato con un fondo ad hoc o autofinanziarsi attraverso lo stesso sistema tariffario, cioe’ attraverso una redistribuzione interna, come prevede il testo. Spettera’ eventualmente alle commissioni parlamentari intervenire con modifiche.


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