Non profit

Ricerca, il criterio delle briciole

Il j’accuse di Ilaria Borletti, presidente del Summit della solidarietà.

di Giampaolo Cerri

Donazioni deducibili per il non profit. No, per la ricerca scientifica. Anzi, per quella oncologica. Un articolo shakespeariano il 35 bis della Finanziaria approvata dalla Camera: tanto rumore per nulla. L?anelata deducibilità fiscale appare e scompare. Infatti, sarà valida solo per i primi quattro mesi del 2003. Chi entro quella data darà sino a 500 euro a un?associazione di ricerca sul cancro porterà la somma in deduzione, pagando meno tasse. Risultato: si offre alla ricerca poco più che un pannicello caldo e si fa arrabbiare tutto il Terzo settore. A testimoniarlo è Ilaria Borletti, presidente del Summit della solidarietà, associazione che raggruppa 18 delle più importanti sigle del settore socio-sanitario. Vita: Donazioni deducibili: si comincia o si finisce? Ilaria Borletti: Questo articolo 35 bis indica come la politica di questo governo non vada in direzione di una reale aiuto al Terzo settore. Mi sembra piuttosto un contentino concesso al mondo della ricerca, dal quale proveniva una forte pressione dopo i tagli che quell?area ha subito. Senza dimenticare che, qualche tempo fa, tutte le associazioni che fanno ricerca scientifica erano state messe sottosopra da una circolare dell?Agenzia delle entrate: non risultavano più fra le onlus. Ora si è ritenuto forse di fare una piccola compensazione. Un?apertura modesta che avviene in una tale restrizione, sia per l?ambito che per la cifra e il tempo cui si riferisce, da renderla davvero risibile. Vita: Questo 35 bis è da abolire? Borletti: Parliamo di un settore che ha bisogno di grandissimi investimenti. La ricerca scientifica si fa con le grandi cifre per cui mi sembra proprio una presa in giro. Vita: Cosa si può spiegare agli italiani? Borletti: Che il cancro non si guarisce con le briciole. Quelle briciole poi servono solo a spaccare il settore, perché chi fa ricerca oncologica un vantaggio, seppur minore, lo avrà. Non si risolve così il problema del mondo scientifico. Vita: All?interno del Summit rappresentate varie aree del socio-sanitario. C?è qualcuno che abbia detto: meglio di niente? Borletti: No, siamo tutti molto d?accordo. In particolare Telethon, che si occupa di ricerca genetica, ma anche l?Associazione italiana sclerosi multipla, l?Associazione italiana leucemia, che ne subiscono un danno molto forte. Mentre queste ultime due realtà fanno anche assistenza, Telethon è concentrata sulla sola ricerca. Una legge così, a un mese dalla maratona televisiva di raccolta fondi, sembra piuttosto una beffa. Associazioni che hanno lavorato sempre con grande trasparenza, con serietà, con rendicontazioni puntuali. Perché loro no? è quasi offensivo. Vita: Manca una legislazione per la donazione. Il modello qual è, l?America? Borletti: Passare da un modello statalista come il nostro a quello statunitense è un salto troppo ampio. Ma basta dare un?occhiata all?Europa: le detrazioni arrivano fino al 5-10% del reddito imponibile dei donatori. Un risultato solido, importante, che porterebbe molto denaro nelle casse del non profit. La legge spagnola, tedesca, belga sono là, vanno prese in esame. Vita: A Natale, la voglia di donare cresce. Preceduta quest?anno da un fenomeno quasi straordinario per entità: le raccolte per il Molise. Troppa emotività? Borletti: Agli italiani vorrei dire che le nuove emergenze purtroppo non risolvono i problemi in corso. Io sono presidente di Amref che si occupa di sanità in Africa: si muore ancora laggiù anche se c?è stato il Molise. E così in Sudan, per la guerra, che dura da vent?anni ma di cui la tv non si occupa. Il donatore deve rendersi conto che il proprio impegno economico è anche civile: non lo si abbandoni in nome di emergenze emotivamente più visibili. Vita: Trasparenza, rendicontazione. Il non profit si è dato codici e regole da solo, ricorrendo a certificazioni private. Non sarebbe meglio avere una norma? Borletti: Intanto manca la cornice: non c?è una legge quadro. Impropriamente si usa la legge 460/97, sulle onlus. Il governo ha aggiunto anche una norma relativa a un altro soggetto, come l?impresa sociale. Norma importante, ben?inteso, ma una legge complessiva non c?è. In ogni caso, oltre alla trasparenza, sarà importante sensibilizzare anche altri soggetti: il donatore perché sia consapevole, le aziende e il non profit stesso, che ha la possibilità di darsi anche codici nati dal mondo privato. Se tutti questi interlocutori si muovono nella stessa direzione, il quadro migliora. Info: Banco alimentare, una spesa boom C?è un supermercato che non conosce crisi, quello della Fondazione Banco alimentare. Fra i suoi scaffali fanno la spesa, da anni, gli addetti di oltre 6mila associazioni di volontariato che assistono più di un milione di indigenti in tutta Italia. Un meccanismo semplice e totalmente gratuito che ha raccolto, nel 2001, 44mila tonnellate di alimenti. Come? Recuperando le eccedenze alimentari comunitarie (28mila tonnellate), delle aziende (6.900), della grande distribuzione (652) e dei magazzini generali (3.300). Oltre a organizzare una giornata di raccolta davanti ai supermercati italiani: la Colletta alimentare. Quest?anno è fissata per il 30 novembre e vedrà 100mila volontari chiedere agli italiani di fare la spesa per i poveri, davanti a 3mila punti vendita aderenti. Con un obiettivo dichiarato: superare quota 5mila tonnellate. I volontari del Banco e di molte altre associazioni, riconoscibili dalle pettorine con la formica simbolo della fondazione, chiederanno soprattutto omogeneizzati e altri alimenti per l?infanzia, tonno, olio d?oliva, pelati e legumi in scatola. Info: Fondazione Banco Alimentare


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