Cultura

Biologico: cancellati i fondi per la promozione

La protesta di AssoBio

di Gabriella Meroni

AssoBio, associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione di prodotti biologici, protesta duramente per il decreto 3240/2007 con cui il Capo dipartimento politiche di sviluppo del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha revocato i bandi per l’agricoltura biologica “Sviluppo della comunicazione istituzionale” e “Promozione della domanda interna ed internazionale”. Si tratta di bandi pubblicati, rispettivamente, nel gennaio e nel luglio scorsi, per il primo dei quali è già stata approvata la graduatoria, mentre per il secondo sono già state aperte le buste. La revoca viene motivata, del tutto pretestuosamente, con la necessità di evitare di confondere i consumatori, ventilando la prossima adozione da parte dell?Unione Europea di un nuovo marchio per i prodotti biologici e riferendosi a una prossima approvazione di specifiche norme nazionali. All?atto dell?emanazione dei bandi era ben noto lo stato d?avanzamento dei lavori sia della normativa europea che di quella nazionale, di cui, sorprendentemente, solo ora ci si sembra avvedere. Il nuovo marchio europeo (per ora solo eventuale) non sarà utilizzabile che dal gennaio 2009; prima che sia significativamente diffuso sul mercato, inoltre, bisognerà attendere l?esaurimento e la ristampa delle confezioni delle oltre 5.000 referenze presenti sul mercato: è lecito attendersi che ciò accada non prima del 2010. Sfugge, pertanto, la confusione che potrebbe indurre in chicchessia il regolare proseguimento dei bandi su cui organizzazioni, enti e commissioni giudicatrici hanno sinora investito rilevanti risorse progettuali, economiche e di tempo. Nei fatti, oltre a suscitare sospetti e a provocare gravi danni agli enti ammessi in graduatoria o addirittura vincitori della stessa, la revoca infierisce un?ennesima ferita all?intero settore agroalimentare biologico nazionale, al primo posto in Europa per numero di aziende di produzioni agricola, di trasformazione alimentare, per entità delle superfici coltivate, per export. Mentre tutti i Paesi fanno a gara per sostenere il proprio settore biologico (che costituisce l?unica parte in crescita del comparto agroalimentare, la più innovativa, dinamica ed eco-compatibile), offrendo al sistema delle imprese un quadro certo per lo sviluppo, anche questo governo prosegue nella grave scelta politica di abbandonare decine di migliaia di aziende e centinaia di migliaia di addetti, condannando il settore, ancora una volta, a confrontarsi in solitudine con il quadro di elevata competizione globale. Già nel 2005 la Corte dei conti aveva stigmatizzato la mancanza di investimenti per lo sviluppo e la ricerca sull?agricoltura biologica, denunciando la mancata assunzione di impegni di spesa, investimenti mancanti o non ?congrui in relazione alla portata strategica dell?argomento?, il rinvio di somme agli esercizi successivi e le continue decurtazioni, ?da attribuire, in linea di massima, a carenze organizzative dell?Amministrazione, sia strutturali che di personale?: con l?insensato decreto, il Ministero dimostra di ritenere questi duri rilievi sulla sua efficienza ed efficacia un motivo di vanto. Insultando l?intera filiera biologica nazionale, il Ministero non ha neppure sentito la necessità di informare il Comitato consultivo sull?agricoltura biologica sull?adozione del decreto di revoca. Per quanto sopra considerato, AssoBio chiede l?immediato ritiro del decreto 3240/2007 e il contestuale impegno del Ministero per l?immediata ripresa e accelerazione delle procedure del Piano d?azione nazionale per l?agricoltura biologica e i prodotti biologici (2005). Chiede altresì l?avvio del confronto sui Piani d?azione per il prossimo triennio, dotati di stanziamento dalla Legge finanziaria 2007, finora ?oggetti misteriosi? insabbiati negli uffici del Mipaaf, che il settore non può permettersi di vedere ancora una volta rinviare a residui.


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