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Elogio della sobrietà, virtù dei forti
Anteprima. Leditoriale di Vita magazine in edicola da oggi contro i fondamentalismi e i guerrafondai
Andreotti reagisce con civiltà. Ha titolato così, in prima pagina l?Unità, dando la notizia, della sconcertante condanna a 24 anni nel processo d?appello per il delitto Pecorelli. Notazione sacrosanta. Davanti allo spettacolo di tanta ripetuta esagitazione ogni volta che i giudici hanno attaccato a proposito o a sproposito esponenti politici, la compostezza di Andreotti, pur colpito in prima persona, suona esemplare. Negli stessi giorni, quasi nelle stesse ore, si consumava un altro giallo giudiziario a carico di una ventina di no global napoletani. I tanti avvoltoi che già alla vigilia di Firenze avevano profetizzato distruzioni e scontri di piazza, già annunciavano che il movimento si preparava a indossare i passamontagna. Invece, anche in questo caso, dal carcere sono venute parole sagge: ?Non si dia risposta esagitata all?inchiesta? mantenete i nervi saldi. Siamo forti e non è il caso di cadere nelle trappole della parte più repressiva dello stato?. Parole di Francesco Caruso, indagato dai giudici come pericoloso sovversivo ma al cui carico sono state trovate, a giudizio abbastanza comune, prove poco più che risibili. Ma anche il ?sovversivo? Caruso, ha capito che i nervi saldi sono la risposta migliore.
Anche sul fronte del Governo, i moderati stanno mostrandosi molto più efficaci dei barricaderi. Ad esempio, Pisanu, ministro degli interni, subentrato allo sciagurato Scajola, prima ha disinnescato tutte le miccie accese intorno al Social Forum, zittendo i kamikaze colleghi di governo. Poi, questa settimana, ha elogiato il senso di civiltà dei manifestanti, pur furiosi per l?arresto dei loro compagni. E ha stigmatizzato il protagonismo della procura di Cosenza.
Insomma, in quest?Italia imprevedibile e strapazzata da troppi fondamentalisti, è il momento dei nervi saldi, se si vuol evitare di battere in ritirata come suggerisce, sarcasticamente l?ex presidente Cossiga. Compito non facile, visto che le provocazioni si sprecano. Lo si è visto, per esempio, in occasione del recente bellissimo discorso del papa a Montecitorio, quando non solo le parti politiche hanno giocato a tirar le parole dalla propria con il solo scopo di esacerbare gli animi e di svuotare il significato semplice e molto umano delle indicazioni di Wojtyla. Ma addirittura, come racconta Lucio Brunelli sul numero di Vita in edicola da sabato, si son fatte pressioni perché certi argomenti sparissero dal discorso. Leggere il richiamo del Papa alla clemenza nei confronti dei detenuti, solo in chiave politica, vuol dire ragionare da fondamentalisti. Quel richiamo obbedisce a una constatazione molto elementare ed umana: venire incontro alla condizione, spesso intollerabile, dei tanti rinchiusi nelle nostre carceri sovraffollate. E? giusto che il Papa abbia a cuore i dimenticati della nostra società e che comunichi a tutti questa sua sollecitudine. Accoglierla non significa schierarsi da una parte o dall?altra, ma decidersi tra cinismo e senso di umanità.
Oggi l?Italia, più che tra destra e sinistra, è spaccata dal fanatismo trasversale, da un fondamentalismo casareccio, tanto dilettantesco quanto pericoloso. I sintomi li ha colti il Papa stesso, che nel suo discorso per ben sette volte (è la parola che ha usato più di frequente) ha richiamato allo spirito di solidarietà, come sola via che ?consente di mantenere e valorizzare le differenze, senza che queste diventino motivo di contrapposizione ed ostacoli al comune progresso?. E ha suggerito ?una cooperazione solidale e generosa all?edificazione del bene comune?. Per evitare di lasciarsi ?imprigionare in una logica di scontro che sarebbe senza soluzioni?.
Naturalmente, non ci si deve fare illusioni. La scena è dominata da personaggi che a spallate e con strepiti continui cercano di alzare la febbre, personaggi che vogliono farci mettere l?elmetto per crociate d?ogni tipo. Oltretutto siamo alla vigilia di una guerra fortissimamente voluta da stuoli di ideologi da strapazzo e da penne isteriche. Quindi, mantenere i nervi saldi sarà esercizio davvero arduo. Ma, schivando i colpi e continuando a costruire cocciutamente esperienze e reti di solidarietà, supereremo questa stagione di tempesta.
Giuseppe Frangi
Riccardo Bonacina
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