Non profit

L’antipolitica? Sta nel Palazzo

Altro che Grillo, l’antipolitica abita dentro il Palazzo. È invisibile, non va in piazza, non urla, eppure ogni suo sospiro pesa e incide sulla vita dei cittadini. Il punto sul 5 per mille

di Riccardo Bonacina

Altro che Grillo, l?antipolitica abita dentro il Palazzo. È invisibile, non va in piazza, non urla, eppure ogni suo sospiro pesa e incide sulla vita dei cittadini. Perché diventa atto normativo. Non troviamo altra spiegazione alla seconda edizione della danza macabra che anche quest?anno il governo ha inscenato sul 5 per mille alla faccia di 16 milioni di contribuenti e di tutto il mondo del non profit. La norma è annunciata, poi sparisce, poi ritorna ma il tetto è quello di una cuccia e non più quello della grande opera della coesione sociale. Non possiamo pensare che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enrico Letta o il ministro competente, Paolo Ferrero dicano una cosa in pubblico e poi ne facciano un?altra nel privato delle loro stanze. Si tratta di un?ipotesi neppure verosimile visto che la politica si fonda sul consenso e una tale dose di autolesionismo non è ipotizzabile. Il problema è più grave ed è ben riassunto (almeno come dato impressionistico) da quanto un sottosegretario sconsolato e impotente ci ha detto sulla vicenda: «Non chiedetemi cosa è successo, non ne ho la benché minima idea. Ciò che preoccupa è che queste cose accadano senza governo». È una dichiarazione di impotenza di una politica debole, debolissima, che progetta norme e atti che poi non solo non accadono ma che neppure sono recepiti sulla carta. E quando la politica è così debilitata, lo insegna la storia, comandano i burocrati. Burocrati che, ovviamente, non amano il 5 per mille perché cede una piccola quota di sovranità nel territorio in cui i burocrati imperversano da sempre: il fisco. Perché il 5 per mille procura loro solo un surplus di lavoro e di impegno e garantisce, in cambio, una cattiva figura certa, giacché porta sul palcoscenico tutte le inefficienze, le lentezze, le opacità della burocrazia statale. Ecco come può succedere che chi sta al governo, in una pubblica conferenza stampa (quella di presentazione della Finanziaria 2008 e in più di un incontro con rappresentanze e rappresentati) dica una cosa e poi ne succeda un?altra che di fatto lo mette alla berlina. Lo zampino dei burocrati che popolano gli uffici legislativi del ministero dell?Economia o l?Agenzia delle Entrate certo non toglie responsabilità al personale politico. Anzi, la vicenda 5 per mille, ancora una volta svela qualcosa di nuovo. Ci dice che il ragionevole equilibrio nei rapporti fra politica e burocrazia che è stato oggetto di alcune leggi (Bassanini e Frattini) è saltato a tutto vantaggio della burocrazia, e che un ciclo politico si è davvero concluso e che bisogna affrettarne la fine.


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