Volontariato

Commercio equo: ecco il rapporto 2007

Curato da AgiCes rivela che il mercato equo e solidale funziona. Un altro studio dell'univeristà Cattolica considera ancora deboli i rapporti con l'Africa

di Redazione

Gruppi che crescono, un coinvolgimento in ascesa dei consumatori e dei cittadini italiani in un movimento che da oltre vent’anni lavora in Italia per aprire nuove possibilita’ di vita e inclusione sociale a piu’ di 10 milioni di piccoli produttori in tutto il mondo e alle loro comunita’. E che e’ riuscito a contribuire alla costruzione di una nuova economia, solidale e sostenibile, anche nel nostro Paese. Uno spazio di nuova occupazione, oltre che di azione diretta e volontaria, nel quale le donne, ad esempio, svolgono un ruolo sempre piu’ importante.

La fotografia del Commercio Equo italiano scattata dal Rapporto 2007 dell’Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale (Agices), l’organizzazione di categoria dell’equosolidale italiano, racconta in 13 capitoli e una trentina di pagine chi sono e che cosa fanno i Soci Agices, non soltanto in termini di quali importazioni e da quali organizzazioni del Sud del mondo, ma anche il loro rapporto costante con le organizzazioni del Sud, l’importanza del lavoro educativo e formativo svolto, l’identikit dei produttori sostenuti.

Il Rapporto si conclude, infatti, con tre schede, che approfondiscono le relazioni solidali in atto con i Paesi di Asia, America Latina e Africa. ”Siamo orgogliosi – spiega gaga Pignatelli, presidente di Agices- per la strada che abbiamo fatto insieme, tra realta’ anche molto diverse tra loro, dandoci uno spazio comune fondato sulla partecipazione e la socializzazione delle pratiche eque e solidali. Ma il Rapporto e’ anche un’occasione per individuare le aree geografiche, ad esempio l’Africa, nelle quali e’ necessario che il movimento intensifichi la sua tessitura di legami solidali, e gli spazi nuovi, nell’ambito delle economie solidali, nei quali le nostre attivita’ stanno aprendo nuove prospettive di partecipazione e di impegno”.
Dai 64 Soci iniziali che hanno dato vita all’Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale, Agices oggi puo’ contare su 115 organizzazioni iscritte tra le quali figurano, tra gli altri, centrali/importatori, consorzi e Botteghe del Mondo. 83 Soci operano al Nord, 22 al Centro e 10 al Sud. Sul territorio i Soci Agices animavano nel 2005 ben 264 Botteghe del Mondo.

Il Commercio Equo e Solidale italiano fotografato da Agices e’ animato da una costellazione di organizzazioni che mettono il profitto a servizio di un’idea diversa di societa’. Sono associazioni, ma soprattutto cooperative, tra le quali cominciano a diffondersi anche quelle che inseriscono al lavoro persone svantaggiate e che sempre piu’ spesso costituiscono un’occasione di occupazione diversa per giovani del Sud. Il movimento equosolidale italiano puo’ contare su una vastissima rete di simpatizzanti e di sostenitori. Sono solo 2, infatti, le organizzazioni equosolidali di ”secondo livello” in Italia – consorzi, in particolare – eppure il movimento nel suo complesso e’ animato da oltre 20mila persone che hanno scelto di diventare socie di organizzazioni del Commercio Equo e Solidale socie Agices, e 648 persone giuridiche che hanno fatto lo stesso. Questi ultimi sono Comuni, Ong, parrocchie, sindacati, altre associazioni legate al Sud del mondo e organizzazioni dell’economia solidale e della finanza etica.

Forte anche la presenza di volontari: solo quelli stabilmente e formalmente inseriti nelle strutture dei Soci Agices superano le 4mila unita’, dunque si puo’ stimare che essi, in realta’, considerato il forte turnover dei piu’ giovani, possano essere oggi piu’ di 6mila. Tante ragazze e ragazzi italiani oggi scelgono il Commercio Equo e Solidale come proprio ambito di lavoro. L’80% delle organizzazioni Socie di Agices puo’ contare al proprio interno, in particolare per le attivita’ commerciali e di vendita, su lavoratori con contratti formalizzati, con una netta prevalenza delle donne. A livello italiano il 62% dei lavoratori del Commercio Equo e Solidale, infatti, sono donne, percentuale che al Sud raggiunge addirittura il 64%, e si attesta al 57% al Centro e al 62% al Nord. I Soci Agicesc hanno garantito un volume di importazioni dirette dai produttori del Sud del mondo per 17 milioni 159mila 798 euro, hanno acquistato prodotti equosolidali da altre organizzazioni per 19 milioni 824 mila 140 euro.

Oltre 2 milioni 121mila euro di prodotti li hanno acquistati da altre organizzazioni delle economie solidali (biologico, cooperative sociali, progetti di solidarieta’ vari) e 2 milioni 371mila euro li hanno spesi per altri acquisti. E ancora. Il rapporto rileva che le organizzazioni del Commercio Equo iscritte ad Agices hanno venduto al dettaglio nel 2005 prodotti per oltre 18milioni 852mila euro. Ben 36 milioni 372mila euro di prodotti sono stati venduti a soggetti dell’economia solidale, cifra nella quale sono ricompresse le vendite delle centrali alle Botteghe. Ai canali commerciali convenzionali sono stati venduti 10 milioni 825 mila euro di prodotti.Bisogna notare, pero’, che queste cifre sono addirittura sottostimate perche’ non vi e’ ricompressa parte delle vendite dei prodotti freschi, che oggi costituiscono parte importante del fatturato dei grandi importatori.

Nel biennio 2004-2005 le visite ai produttori equosolidali del Sud da parte delle organizzazioni del Commercio Equo e Solidale italiano sono state 306, nelle quali sono stati investiti oltre 626mila euro. Un rapporto diretto che dice molto sulla qualita’ sociale e relazionale degli scambi all’interno del movimento: una garanzia per i consumatori italiani, ma anche per gli stessi produttori. Le organizzazioni del Commercio Equo e Solidale che si riconoscono nel percorso dell’Agices, prosegue il rapporto, hanno contribuito fortemente a far crescere una coscienza condivisa sull’importanza di un’economia diversa per dare un volto nuovo alla globalizzazione economica e commerciale. Esse, infatti, tra il 2004 e il 2005 hanno speso oltre un milione e mezzo di euro dei propri fondi in quasi 3500 attivita’, azioni, campagne ed eventi di educazione, di formazione, di informazione oltre che di promozione del movimento.

Grazie ad un progetto di ricerca co-promosso da Agices insieme al Centro Ricerche sulla Cooperazione dell’Universita’ Cattolica di Milano e all’Universita’ Bicocca di Milano, finanziato dal Ministero Affari Esteri Italiano, siamo riusciti a costruire l’identikit aggiornato dell’universo dei produttori del Sud del mondo che vengono sostenuti dal lavoro delle organizzazioni equosolidali aderenti ad Agices. Le organizzazioni equosolidali italiane, secondo questa ricerca, hanno rapporti commerciali con 284 organizzazioni di produttori censite in 48 Paesi in Asia, Africa, America Latina (di cui 1 in Oceania e 2 Albania).I primi 10 produttori si assicurano il 32% del mercato, i primi 20 ne coprono il 48% e tra i primi 50 si concentra il 74% dei canali d’entrata dal Sud al nostro mercato. Anche rispetto ai Paesi di provenienza di prodotti e progetti, i primi 5 Paesi (India, Thailandia, Sri Lanka, Bangladesh e Ecuador) si sono aggiudicati il 39% del mercato, i primi 10 il 63,4%, i primi 20 il 90%.
Le organizzazioni equosolidali associate ad Agices collaborano con 11 Paesi dell’area asiatica e possiamo censire 320 tra i loro produttori riconducibili a questa area, tra le piu’ floride e solide per rapporti commerciali piu’ giusti con l’Italia. Esse lavorano con 17 Paesi dell’America Latina e possiamo contare 125 tra i loro produttori riconducibili a questa area, con un volume di importazioni che nel 2005 ha sfiorato i 5 milioni di euro. La zona piu’ recente e ancora debole nelle relazioni equosolidali delle organizzazioni italiane associate ad Agices e’ proprio l’Africa, soprattutto per le difficolta’ infrastrutturali e di collegamento. Le realta’ italiane collaborano con 87 produttori di appena 20 Paesi dell’area.

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