Formazione

La razza torna a far parlare di s

Polemiche attorno alle dichiarazioni razziste del nuovo Premio Nobel per la Medicina, James Watson, che ha definito la popolazione africana meno intelligente

di Redazione

“La scienza non serve a farci sentire meglio, serve a dare risposte a delle domande in nome della conoscenza e di una maggiore comprensione”: James Watson, premio Nobel per la Medicina finito nell’occhio del ciclone per alcune dichiarazioni razziste, si giustifica con un articolo sul quotidiano Independent.

“Posso capire, perché se avessi veramente detto le parole che sono state riportate, ne sarei meravigliato io stesso dato che non avrebbero alcuna base scientifica”, commenta Watson alludendo alla sua (presunta) affermazione secondo la quale la popolazione africana sarebbe meno intelligente di quella caucasica. Watson difende la ricerca genetica e ricorda che “può essere crudele”, sottolineando il caso del figlio Rufus, affetto da schizofrenia: “Il desiderio della società di oggi è che identici poteri di ragionamento siano un’eredità universale dell’umanità: potrebbe essere così, ma semplicemente volerlo non è abbastanza, non è scienza”.

“Mettere in dubbio tali affermazioni non è cedere al razzismo: non si tratta di una discussione sulla superiorità o sull’inferiorità, ma di cercare di comprendere delle differenze sul perché alcuni di noi siano grandi musicisti e altri grandi ingegneri: è probabile che ci vogliano dai 10 ai 15 anni prima che si possa avere un’idea adeguata dell’importanza relativa della genetica e dell’ambiente” sullo sviluppo dell’uomo, conclude Watson.

Watson, Nobel nel 1962 insieme a Francis Crick per la scoperte della struttura del Dna, non è nuovo alle polemiche: nel 1997 dichiarò a un giornale britannico che una donna dovrebbe avere diritto ad abortire se un ipotetico test prenatale sull’omosessualità desse risultato positivo. Nell’ocasione il biologo evolutivo Richard Dawkins (esponente del campo più “liberal”) fece però notare che nell’intervista Watson aveva parlato di interruzione di gravidanza sulla base di catteristiche genetiche indesiderate, facendo diversi esempi, e che nel contesto anche l’eterosessualità, se tale fosse stata l’opinione della madre, sarebbe stata una causa sufficiente.


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