Cultura

Myanmar: Amnesty chiede all’Ue coerenza

Richiamo dell'organizzazione per la difesa dei diritti umani: "no alla politica dei due pesi e due misure". Intanto l'inviato Onu Gambari si complimenta con la Cina

di Redazione

L’Unione Europea non usi “due pesi e due misure” nel campo dei diritti fondamentali. A lanciare l’appello e’ l’organizzazione non governativa Amnesty International in un comunicato diffuso a Bruxelles a poche ore dall’apertura del vertice informale di Lisbona, dove i capi di stato e di governo dei Ventisette dovranno decidere del nuovo Trattato Ue. “Ogni opt-out riguardante la Carta dei diritti fondamentali causerebbe ineguaglianze in Europa”, avverte Amnesty riferendosi al rifiuto di Gran Bretagna e Polonia di applicare la Carta dei diritti fondamentali, considerata come una delle grandi conquiste del nuovo trattato.

“Questo potrebbe danneggiare la nozione di cittadinanza europea e mettere in dubbio la sincerita’ dell’impegno Ue in favore dei diritti umani”, si sottolinea ancora nella nota. “La protezione e la promozione dei diritti umani fa parte dei principi fondatori dell’Unione europea – ricorda la celebre Ong -. Ogni eccezione in questo campo non solo sarebbe incompatibile, ma colpirebbe le fondamenta stesse dell’unione di valori” dei Ventisette. Per Amnesty International l’intenzione di Londra e Varsavia di svincolarsi dalla Carta “darebbe all’insieme della comunita’ internazionale una pietosa immagine dell’importanza che l’Ue attribuisce ai diritti umani”.

Intanto, l’inviato speciale dell’Onu per il Myanmar, Ibrahim Gambari, ha definito molto utile il ruolo svolto dalla Cina nella gestione della crisi: “La Cina e’ molto utile – ha dichiarato Gambari in Indonesia, una delle tappe della sua missione nella regione per cercare appoggio e consenso alle iniziative per porre fine alla crisi – e continueremo ad avere in lei un’alleata”. Uno degli approcci per gestire la crisi, ha affermato l’inviato Onu dopo aver incontrato il ministro degli Esteri, Hassan Wirajuda, a Giacarta, consiste nella combinazione di un forte incoraggiamento e di alcuni incentivi per far passare il messaggio che il mondo non sta li’ solo per punire Myanmar. Gambari incontrera’ il presidente indonesiano durante la sua permanenza nel paese: proprio con Susilo Bambang Yudhoyono, il leader della giunta militare del Myanmar, Generale Than Shwe, si era impegnato in un lettera inviata la scorsa settimana a continuare a cooperare con Gambari per trovare una soluzione pacifica.

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