Non profit

Una via di uscita da questa politica

Nella nostra società stanno maturando cambiamenti profondi. In anteprima l'editoriale di VITA Magazine, in edicola insieme a Communitas a soli 3 EURO!

di Giuseppe Frangi

A dispetto dell?immobilismo della politica italiana (la prossima Finanziaria si annuncia come l?ennesima delusione), nella nostra società stanno maturando cambiamenti insospettati. Sono cambiamenti profondi, dettati da visioni nuove che stanno facendo breccia e che sono destinate a plasmare il nostro futuro. I segnali sono tanti e vanno raccolti con pazienza, intelligenza ed anche entusiasmo. Il numero di Communitas che è stato allegato a questo numero di Vita (al prezzo speciale di 3 euro) nelle principali edicole ad esempio offre un supporto quasi provvidenziale a capire meglio quel che sta maturando. Il punto di partenza è di un?attualità sorprendente: un testo di Adriano Olivetti in cui ricorrono temi «impressionatamente simili » (parole di Aldo Bonomi) a quelli dell?oggi. Era il 1956, e l?industriale di Ivrea, che qualcuno allora avrebbe definito un «potere forte», scrisse un testo per il Movimento di Comunità da lui fondato alcuni anni prima. Il pamphlet, che viene ripubblicato in apertura di Communitas, è «una protesta e una testimonianza contro il regime dei partiti». Nel mirino di Olivetti c?era la «casta autoreferenziale» che oggi tutti abbiamo tristemente davanti a noi. La proposta forte di Adriano Olivetti era di ripartire dal basso, dal territorio, dalle comunità locali. Perché «lo Stato è troppo lontano fisicamente e moralmente dai nostri problemi e dai nostri interessi». Solo tornando sul territorio si possono rimobilitare passioni collettive.

Se facciamo un salto di 50 anni, possiamo scorgere segnali di un?identica dinamica. Da una parte la politica più intelligente e più consapevole della propria crisi (vedi quel che Gordon Brown sta facendo in Gran Bretagna) riconosce la necessità di rompere le vecchie logiche di apparato e di creare nuove forme di ascolto e di rappresentanza delle istanze collettive. Dall?altra anche il mondo delle imprese prende in prima persona la responsabilità di dare forma a nuovi rapporti collettivi, come ha testimoniato l?intervento di Sergio Marchionne, pubblicato domenica 23 dal Corriere della Sera («Se una società liberale deve durare nel tempo, è nel suo interesse sostenere coloro che sono stati colpiti nel cambiamento», scrive tra l?altro l?ad della Fiat). L?avamposto di questo cambiamento nel numero di Communitas è raccontato da Danilo Taino che spiega il modello del capitalismo indiano di Ratan Tata, il grande costruttore di automobili, che reinveste il 65% degli utili in progetti sociali. Nell?epoca dei grandi flussi non passano solo i modelli dei profitti più spericolati ma attecchiscono anche nuovi modelli di convivenza e di comunità.

Communitas

n.17: Tracce di comunità
da Adriano Olivetti a Ratan Tata

Che ne è della comunità nell?era della globalizzazione?
Con le analisi di Gordon Brown e di Fausto Bertinotti
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Dal 29 settembre Vita + Communitas nelle principali edicole a soli 3 euro

Ed è questo il punto che ci deve trovare insieme vigili e appassionati. Perché il globale non agisce solo con le logiche della omogeneizzazione ma anche con quelle di positive contaminazioni. È sulla base di queste che oggi possiamo con sicurezza affermare che la vera forma di uscita dalle secche della politica non è affatto l?antipolitica, nonostante il frastuono che questa sta suscitando. Sotto le rovine di questo scontro, in realtà sta crescendo qualcosa di nuovo; forme magari ancora deboli che possono però contare su una consapevolezza che si sta facendo sempre più diffusa e più forte. Una situazione che è sintetizzata con lucidità da Aldo Bonomi nella conclusione del suo editoriale del numero di Communitas: «Siamo convinti che mettere in mezzo tracce di comunità, all?altezza della sfida della modernità, costituisca il miglior antidoto per evitare quell?eclissi della cittadinanza che sta dentro la crisi della politica».

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