Non profit

Fondazioni: Guzzetti, quelle italiane penalizzate dal fisco

Lo ha detto il presidente dell'Acri nell'audizione davanti alla commissione Finanze di Montecitorio

di Redazione

Le Fondazioni italiane sono penalizzate dal fisco rispetto alle analoghe istituzioni europee: “il confronto con l’Europa rende evidente il trattamento sfavorevole applicato alle fondazioni di origine bancaria”, lo ha ribadito il presidente dell’Acri, l’associazione che rappresenta la quasi totalita’ degli enti, Giuseppe Guzzetti, nell’audizione davanti alla commissione Finanze di Montecitorio nell’indagine conoscitiva sulle fondazioni bancarie. “La disciplina fiscale delle fondazioni corrisponde a quella di tutti gli altri enti non commerciali ed e’ simile, nell’impostazione, a quella delle persone fisiche. Il reddito imponibile complessivo e’ infatti costituito dalla somma delle singole categorie di reddito, determinate conformemente alle regole previste per le persone fisiche, ma a differenza di queste, e’ tassato con l’aliquota Ires del 33% corrispondente all’aliquota applicabile a tutte le imprese”. Nel 2006, ha ricordato Guzzetti, le imposte corrisposte dal sistema delle fondazioni sono state stato pari a 200 milioni: “adesso si preannuncia un’altra botta, speriamo di no” ha sottolineato riferendosi all’ipotesi di portare, anche per le Fondazioni, l’aliquota sulle rendite finanziarie dal 12,5 al 20%. Rispondendo ai deputati, Guzzetti ha sottolineato: “Non invochiamo nulla, basta pero’ che voi, come legislatore, abbiate chiaro che tutto quello che aumenta le tasse riduce le erogazioni: noi siamo un patrimonio che mettiamo a reddito e pagate le tasse destiniamo alle erogazioni”.

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