Famiglia

Dieci anni fa il terremoto in Umbria e Marche: e oggi?

Alle 2,33 del 26 settembre 1997 una scossa dell'VIII grado della Scala Mercalli scuote la terra tra le due regioni

di Gabriella Meroni

In Umbria la terra aveva gia’ timidamente tremato nell’agosto del ’97, nei piccoli centri di Nocera Umbra e Colfiorito. Una serie di piccole scosse telluriche, quasi passate inosservate durante il caldo mese estivo. E invece, forse, erano le prime avvisaglie che la terra inviava per quella che poi sarebbe stata una tragedia che da li a poco avrebbe messo in ginocchio due intere regioni: l’Umbria e le Marche. Sono le 2,33 del 26 settembre 1997, quando una scossa dell’VIII grado della Scala Mercalli, con epicentro tra Colfiorito e Serravalle di Chienti, scuote la terra e segna le sue prime vittime. Due anziani coniugi ultraottantenni, Francesco e Maria Ricci, trovati abbracciati sotto le macerie della loro casa a Collecurti, nel maceratese. Il paese e’ completamente distrutto. Fortunatamente nelle zone di montagna molte persone si sono gia’ allontanate dalle abitazioni piu’ vecchie e passano la notte fuori casa fin dall’inizio di settembre. Alla prima violenta scossa ne fanno seguito altre centinaia, di intensita’ piu’ piccola. Alle 11.42, a nove ore dal primo, il terremoto colpisce ancora, con altre due scosse di magnitudo 5.8, VIII – IX grado della scala Mercalli e ferisce al cuore la Basilica di San Francesco, ad Assisi, simbolo di pace e fratellanza. Il forte boato e le volte della Basilica Superiore che crollano soffocando sotto di loro due frati francescani, padre Angelo Api, 48 anni e il seminarista polacco Borowec Zdzislaw di 25, e due tecnici della soprintendenza ai beni culturali, Bruno Brunacci, 41 anni e Claudio Bugiantella di 45. In quel momento, all’interno della chiesa, si trovano una ventina di persone, impegnate in un sopralluogo dopo la prima scossa della notte precedente. Gli affreschi di Giotto e Cimabue sbriciolati in migliaia di piccoli frammenti. Si perdono quattro vele con 180 metri quadrati di affreschi: una vela blu a stelle oro e una con San Matteo che evangelizza la Giudea, dipinta da Cimabue, situate all’incrocio tra la navata ed il transetto e che crollano frantumando l’altare sottostante. Le altre due vele, proprio sopra l’ingresso, erano attribuite ad un giottesco e rappresentavano due dottori della Chiesa. I danni al patrimonio artistico sono notevoli e in alcuni casi irreparabili. L’immagine del crollo viene ripresa da un operatore di una tv privata locale e fa il giro del mondo, diventando il simbolo del terremoto in Umbria. Ma tra i paesi piu’ colpiti ci sono anche Foligno, Colfiorito,Preci, Sellano, Nocera Umbra, Gualdo Tadino, Serravalle del Chienti, e tanti altri piccoli centri. A Fabriano una donna, Agnese Ciccacci, perde la vita dopo essere stata colpita dal cornicione di una chiesa e a Pievetorina, nel maceratese, un 71enne, Nello Re, muore in ospedale in seguito alle ferite riportate durante il crollo della sua abitazione. Undici, in tutto le vittime del terremoto, un centinaio i feriti. Maurizio Salari, allora sindaco di Foligno firma in pochi giorni oltre 4.000 ordinanze di sgombero di immobili, per un totale di 8.098 persone che rimangono senza abitazione, 1.764 ne vengono firmate ad Assisi. Chiuse le scuole e gli uffici pubblici nella maggior parte dei centri. Le iniziative per ricordare Nove giorni per ricordare, ma anche per rendere conto di quanto e’ stato fatto, cosa si e’ realizzato, dove si e’ arrivati. Per ringraziare quanti hanno collaborato in questi anni, quanti hanno portato la loro solidarieta’. E’ con questo spirito che le Regioni Umbria e Marche hanno stilato un programma fitto di iniziative in occasione del decennale del sisma che, nel 1997, colpi’ duramente le due regioni mettendole in ginocchio. Perche’ ”la ricostruzione – sottolinea la Presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti – deve essere considerata patrimonio dell’Umbria e di tutte le sue istituzioni, nella convinzione che ogni calamita’ deve saper imparare dagli altri e insegnare a chi verra”’. ”Dieci anni dal sisma. Oltre la calamita’: sviluppo ed innovazione” il titolo dell’iniziativa e il “torrino” del Palazzo Comunale di Foligno, crollato in seguito alla violenta scossa del 14 ottobre del ’97 e oggi restituito alla sua citta’, il simbolo scelto come sintesi della notevole opera di ricostruzione messa in atto in questi dieci anni. Fino al 29 settembre, una ricca rete di appuntamenti, convegni, incontri, mostre e visite guidate, dislocati nei punti piu’ colpiti delle due regioni vedranno partecipi esponenti del governo italiano, amministratori locali, professionisti ed esperti, rappresentanti delle istituzioni religiose, della protezione civile e delle forze dell’ordine, delle categorie economiche e sociali, del mondo del volontariato. Oggi 26 settembre, giorno simbolo del terremoto in cui nel 1997 si registrarono le scosse piu’ devastanti, a Colfiorito e Perugia, arrivera’ anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, all’epoca dei fatti ministro dell’Interno. ”La sua presenza – ha affermato la Presidente Lorenzetti – ci richiama a un maggior rigore, anche se siamo sicuri di aver fatto la nostra parte: abbiamo operato insieme, istituzioni, forze economiche e sociali, cittadini, per garantire una ricostruzione rapida, sicura e di qualita”’. Il capo dello Stato dovrebbe arrivare a Colfiorito intorno alle ore 11.00 per il momento piu’ solenne del ricco calendario di celebrazioni. A riceverlo a Foligno sara’ il Prefetto di Perugia, Enrico Laudanna, oltre che un fitto cordone di sicurezza. Mentre a Colfiorito ci saranno i Presidenti delle Regioni Umbria e Marche e autorita’ civili e militari. Poi Napolitano consegnera’ la medaglia d’oro al merito civile al Dipartimento di Protezione Civile. In tarda mattinata la scaletta prevede l’arrivo a Perugia. Ma il primo appuntamento con il decennale e’ stato quello del 21 settembre, al Sacro Convento di Assisi. Al centro della giornata il convegno dal titolo ‘Recupero e restauro del patrimonio culturale danneggiato dal sisma del 1997′, nella Basilica Superiore di Assisi. A quanto emerso durante il confronto il terremoto del 1997 e’ stato un test importante per saggiare la capacita’ di risposta dello Stato, delle istituzioni e della complessa macchina della protezione civile, ma soprattutto ha costituito un punto di svolta nella successiva opera di recupero e ricostruzione. Sono state infatti messe a punto procedure e metodologie innovative, sia da un punto di vista organizzativo che scientifico, che hanno consentito una ricostruzione rapida, sicura e di qualita’. Metodologie e procedure che sono ora assunte a modello anche per interventi futuri. Programmazione partecipata e pluralita’ di soggetti attuatori sono – secondo i relatori che si sono succeduti – gli assi portanti alla base del modello di ricostruzione. Particolare attenzione e’ stata dedicata agli strumenti per l’attuazione dei Piani di conservazione,recupero e ripristino dei beni danneggiati dal sisma affidati dalla Legge per il terremoto alle Regioni, d’intesa con l’ufficio del Commissario delegato. Poi, a seguire, l’appuntamento dell’altroieri, alla Rocca Albornoziana di Spoleto, con un convegno interamente dedicato alle ”Analisi e prospettive delle attivita’ scientifiche e tecniche” legate alla ricostruzione. All’incontro sono intervenuti tecnici ed esperti che hanno illustrato studi e tecniche sperimentate durante il periodo della ricostruzione. Studi che sono stati raccolti nella pubblicazione ”Terremoto 1997-1998: normativa, ricerche, sviluppi”, volume che fa parte della collana pubblicata in occasione del decennale del sisma dalla casa editrice ”4M” e patrocinata dalla Regione Umbria. Nella stessa giornata, a riunirsi in un incontro svoltosi a Bagni di Nocera Umbra, sono state le cinque diocesi piu’ colpite dal terremoto: Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, Spoleto-Norcia, Foligno, Camerino-San Severino Marche e Fabriano-Matelica. Un convegno, dal titolo ”Accanto alla gente… dieci anni dopo”, organizzato dalla Caritas Italiana, in collaborazione con le Delegazioni regionali Caritas Umbria e Marche e con il patrocinio del Comune di Nocera Umbra. Una occasione per una riflessione sui frutti, sui percorsi pastorali avviati, sul contributo di solidarieta’, di vicinanza e di condivisione della Chiesa Italiana e della Caritas, a partire dall’appello lanciato in occasione del sisma e dal coinvolgimento delle centinaia di comunita’ ecclesiali italiane, a fianco delle persone piu’ deboli e meno tutelate. Fra gli appuntamenti anche i convegni di Fabriano, ieri, all’Oratorio della Carita’, su ”Terremoto e sviluppo. La ripresa delle attivita’ produttive”, a Camerino, domani, al Teatro Marchetti, su ”Le infrastrutture. 10 anni dopo”. Dal 23 settembre al 14 ottobre, inoltre, i palazzi storici di Foligno, restaurati con i fondi della ricostruzione, riaprono le loro porte con un programma di visite guidate presso le residenze nobiliari e le sedi di culto che faranno conoscere i loro tesori, rimessi a nuovo dagli ultimi interventi di restauro”. E ancora oggi ad Assisi, presso la sala stampa della Basilica Papale di San Francesco sara’ presentato il documentario realizzato da Art Media Editori pubblica, a cura di Giuseppe Basile per il Ministero per i Beni e le Attivita’ Culturali, Istituto Centrale di Restauro e il Sacro Convento di Assisi e che testimonia il lungo restauro che ha portato alla rinascita della Basilica di San Francesco, duramente ferita dal sisma. In 60 minuti il Dvd, con la regia di Vincenzo Capalbo e Marilena Bertozzi, documenta il lavoro dei restauratori dell’Istituto Centrale di Restauro, dalle drammatiche sequenze del crollo che fecero il giro del mondo alle immagini inedite della ricostruzione delle volte. La ricostruzione Oggi, secondo i dati forniti dalla Regione Umbria, il 90 per cento delle 22.604 persone evacuate e’ rientrato nelle proprie abitazioni. Il 5,5 per cento abitano in alloggi alternativi, il 4,4 sono in autonoma sistemazione. 36 le persone che, per loro scelta, sono ancora nei container. Sono stati ultimati, inoltre, 9.896 interventi, pari all’86 per cento degli 11.494 finanziati con il programma 1998-2001, mentre per il quello 2002-2008 si sono conclusi il 44 per cento degli interventi programmati. La spesa complessiva, comprensiva dei mutui regionali, delle risorse comunitarie e quelle destinate a specifici interventi, ammonta a 3 miliardi 981 milioni di euro, pari al 74,91 per cento delle risorse disponibili e programmate nel periodo 1998-2008. Negli ultimi 12 mesi sono rientrate nelle rispettive abitazioni 1.056 persone (454 famiglie). La ricostruzione pesante e’ avviata al 90 per cento, mentre quella integrata e’ all’87 per cento. Complessivamente sono 10.835 gli interventi in corso o finiti, pari al 95 percento del totale. Per quanto riguarda la percentuale di rientro nelle abitazioni riparate nei comuni piu’ colpiti si registra una punta massima del 98 per cento nel comune di Gualdo Tadino. Il dato piu’ basso, con il 78 per cento, riguarda invece il comune di Nocera Umbra. Un bilancio, quello stilato a dieci anni dal terremoto, definito dalle istituzioni locali ”assolutamente positivo”, sia per quel che riguarda la gestione dell’emergenza immediatamente dopo il sisma sia per come e’ stato affrontato e gestito l’intero processo di ricostruzione.


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