Formazione

Birmania: manifestazione al Campidoglio

Inziativa del sindaco di Roma, Walter Veltroni, a favore del popolo birmano e dei monaci buddisti. Tra i (pochi) aderenti, la Cisl, da sempre impegnata nella lotta per la difesa dei diritti umani

di Redazione

Da qualche giorno, per chiedere libertà per il popolo birmano, lanciando il guanto della sfida alla giunta militare, ormai al potere a Yangon da 45 anni, sono scesi in piazza anche i monaci e le monache buddiste. Il Comune di Roma è da tempo in prima linea nell’appoggiare la battaglia libertaria dell’opposizione, guidata dal premio Nobel per la Pace Aung Suu Kyi, tuttora agli arresti domiciliari. E oggi, alle ore 18,30, davanti al Campidoglio, si
svolgerà una manifestazione di solidarietà “alla rivolta dei monaci buddisti”.

La manifestazione è stata indetta dal sindaco Walter Veltroni. Il primo cittadino ha spiegato che l’obiettivo dell’iniziativa è quello di esprimere la vicinanza del Campidoglio tanto al popolo birmano quanto ai monaci buddisti, che “in queste ore si battono per la democrazia nel loro Paese e per la libertà di Aung San Suu Kyi”. In Myanmar, l’ex Birmania, le rivolte per il caro-vita hanno assunto un colore politico, e la leadership è stata assunta proprio dai religiosi.

Anche la Cisl ha manifestato la propria adesione, annunciando la presenza del leader Raffaele Bonanni, assieme a una delegazione del dipartimento internazionale dell’organizzazione. Il sindacato ricorda di “essere da sempre a fianco del sindacato e del popolo birmano, contro la violenta dittatura militare”. Ragione per cui la Cisl chiede che le istituzioni italiane “diano il massimo sostegno politico e operativo alle organizzazioni democratiche e sindacali birmane, per dare continuità alle straordinarie mobilitazioni pacifiche di questi giorni ed evitare che esse vengano
represse duramente come nel passato”. Bonanni ha chiesto al governo italiano un’iniziativa straordinaria a sostegno della libertà e della democrazia in Birmania, nel quadro dell’assemblea Onu e a livello europeo, per costringere
la giunta militare al dialogo.


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