Formazione

Anpas, il rapporto sulle attività sociali e le politiche giovanili

Un'indagine fotografa le attività di 736 pubbliche assistenze sul territorio

di Redazione

“Giacimenti di cittadinanza attiva? questa la bella ed efficacissima definizione che nel Rapporto presentato viene fornita dei soci e dei volontari delle Pubbliche Assistenze aderenti all?Anpas.

Perché così risultano al termine dell?indagine, un questionario cui hanno risposto ben 736 Pubbliche Assistenze sulle 858 aderenti ad Anpas (pari all?86%). Una percentuale altissima che ha permesso di rilevare con grande accuratezza dati e informazioni sulle attività sociali realizzate, le progettualità sui bisogni territoriali, la conoscenza delle leggi locali, nazionali, il radicamento nel territorio, la promozione delle attività, le iniziative sociali, la capacità di comunicazione e di coinvolgimento, la struttura e la rappresentanza di genere, i progetti e il lavoro di rete.
?Dalla lettura dei dati ? si legge nell?introduzione del rapporto – si può rilevare la dimensione sociale delle attività realizzate dalle Pubbliche Assistenze, che non sono riconducibili solo a ciò che nelle nostre associazioni consideriamo ?sociale? ma anche alle azioni di promozione sociale, di cittadinanza attiva, di solidarietà internazionale?.

“Le Associazioni di Pubblica Assistenza ? ha scritto Fausto Casini Presidente nazionale Anpas nella presentazione – svolgono una primaria azione sociale: convogliare le energie di chi vuole essere volontario in un sistema organizzato che non si limita a scegliere le azioni sulla base delle impellenze rilevate da ogni singolo, ma che prova ad interrogarsi su un?organizzazione sociale in cui è direttamente il cittadino a farsi carico di quella quota parte di necessità della propria comunità non sostenibile da mercato e welfare. Questo primo Rapporto sul ?sociale in ANPAS? cerca di dare una risposta rilevando, sulla base di dati statistici integrati, il movimento provocato dalle Pubbliche Assistenze in ambito sociale sul territorio nazionale?.

Il dibattito si è poi focalizzato sul servizio civile, a partire dal racconto delle esperienze, ricche e pregnanti, di alcuni ragazzi in servizio civile volontario presso le Pubbliche Assistenze.
Il Sottosegretario del Ministero della Solidarietà Sociale Cristina De Luca, ha evidenziato come l?esperienza del servizio civile sia importante per il nostro Paese, che ha un fortissimo bisogno di recuperare il senso del bene comune inteso come costruzione di qualità della vita, di convivenza, di consapevolezza che solo insieme sia possibile pensare di costruire un futuro.
Il servizio civile come risorsa ed enorme potenziale anche di dialogo intergenerazionale.
?Come Ministero ? ha aggiunto il Sottosegretario – ci siamo posti l?obiettivo, dopo aver esaminato tutte le analisi e le ricerche fatte e in corso di conclusione tra gli Enti e tra i giovani, di giungere entro fine anno ad una modifica leggera della Legge: non certo di una riscrittura, ma di un aggiornamento alla luce del suo successo, delle mutate condizioni ed anche, di alcuni risvolti negativi, come il cattivo risultato dell?attuale esperienza con le Regioni”.

?Una riscrittura – si è associato Roberto Marino, Capo Dipartimento Ministero Politiche Giovanili e Attività Sportive ? alla quale anche il nostro Ministero, nella parte relativa alle politiche giovanili intese come ?accompagnamento dei giovani all?età adulta, si candida a collaborare.


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