Non profit
Via alla battaglia contro gli ogm
Obiettivo 3 milioni di firme. Una sorta di referendum propositivo contro gli ogm a tutela del sistema agricolo italiano. Fino al 15 novembre
di Redazione
Via alla battaglia contro gli ogm. Con tre milioni di voti, 28 organizzazioni che spaziano dal mondo produttivo al mondo ambientalista, da quello scientifico a quello consumeristico e al volontariato, 2.360 comuni “ogm free” che potrebbero arrivare a 5.000 la Coalizione «Italia Europa Liberi da Ogm» lancia la consultazione popolare che partirà il 15 settembre e per due mesi sarà impegnata a raccogliere voti firmati in una sorta di referendum propositivo contro gli ogm a tutela del sistema agricolo italiano.
«Dobbiamo marciare al ritmo di 50.000 firme al giorno. Punteremo su una partenza sprint per avere 750.000 firme entro settembre e presentarci alla stampa estera per dire che l’Italia si sta mobilitando contro gli ogm, poi chiederemo un tavolo di confronto con il governo e chiederemo una moratoria a tempo indefinito». Mario Capanna presidente della Fondazione Diritti genetici apre il meeting della “Coalizione Italia – Europa-Liberi da Ogm” al teatro Capranica di Roma. «La nostra forza – afferma l’ex leader degli studenti – è quello che rappresentiamo e difendiamo: i milioni di fatturato dell’agroalimentare italiano che sono il 15% di pil. Un settore strategico, una ricchezza del paese che non deve essere messo a rischio dagli ogm».
Di un avvenimento «estremamente importante» parla il presidente della Coldiretti Sergio Marini (che mobiliterà le sue 7.000 sedi). «Un percorso che Coldiretti ha iniziato 10 anni fa distruggendo i primi campi di mais contaminati», spiega Marini. Il capo della Cia, la Confederazione degli agricoltori, Giuseppe Politi, invece sottolinea «l’obiettivo prioritario di tutelare e valorizzare l’agroalimentare». I rappresentanti del mondo agricolo non mancano poi di criticare la lontananza delle istituzioni europee dalla volontà dei cittadini (a fine settembre incombe la decisione europea su un possibile via libera alla coltivazione della patata transgenica in europea).
Dai Verdi arriva il «pieno supporto politico e organizzativo» mentre la Sinistra democratica parla di «iniziativa da seguire con particolare attenzione». Vincenzo Tassinari, presidente della Coop, rivendica i suoi 2.291 mln di fatturato che fa della Coop «la quarta azienda alimentare italiana» e punta l’indice sul rischio contaminazione». «La coesistenza con gli ogm – afferma – è pericolosa. Il problema è il rischio contaminazione che mette a rischio il diritto di poter mangiare cibo totalmente privo di ogm». Una prova: la soglia di tolleranza portata allo 0,9% dalla Commissione europea anche per il biologico. Anche le piccole e medie imprese rappresentate da Cna e Confartigianato (80.000 imprese per 240.000 addetti) si sono dette «pronte a partecipare a questa battaglia».
Sergio Marelli direttore della Focsiv (Federazione organismi cristiani servizio internazionale volontario) infine nega l’utilità degli ogm per sfamare i paesi poveri. «Nel mondo c’è cibo sufficiente per tutti – afferma citando dati Fao secondo cui le risorse mondiali potrebbero sfamare 10 miliardi di persone – il problema sono le riforme agrarie: la possibilità per tutti di avere accesso alla terra e le reti di distribuzione del cibo che devono arrivare a tutti».
“Oggi parte la grande consultazione sugli Ogm , il cui esito è fondamentale per il futuro del biologico e dell’agroalimentare italiano”. Così Andrea Ferrante, presidente dell’Associazione Italiana Agricoltura Biologica ha cominciato il suo intervento all’incontro della Coalizione ItaliaEuropa Liberi da OGM, che si è tenuto al Sana 2007. L’incontro di Bologna è uno dei 5 lanci nazionali della consultazione (insieme a Firenze, Milano, Napoli e Bari) che durerà fino al 15 novembre, con l’obbiettivo di raggiungere 3milioni di firme contro gli Ogm in Italia.
All?iniziativa hanno partecipato tra gli altri, il presidente della Coldiretti Sergio Marini e quello della CNA alimentare Sandro Moscardi, Paolo Cattabiani della Coop insieme agli altri sostenitori della coalizione liberi da Ogm, come Legambiente e Greenpeace.
“Siamo i primi produttori europei di biologico, – ha detto Ferrante – con 50mila aziende italiane e 1 milione di pasti bio distribuiti ogni giorno nelle mense scolastiche. Dobbiamo difendere questo grande risultato, soprattutto adesso perché siamo sotto attacco della lobby del biotech e di una certa stampa”.
Ferrante ha aggiunto: “E’ importante bloccare qualsiasi ipotesi di coesistenza tra campi Ogm e campi coltivati con metodi biologici, perché in quel caso non potremmo garantire né ai consumatori né ai produttori, l’assenza totale di contaminazione”.
Il presidente dell’AIAB ha anche ricordato come siano passati solo pochi mesi “da quando la Commissione Europea ha ignorato il voto contrario del Parlamento Europeo sul nuovo regolamento per il biologico, che permette una contaminazione Ogm dello 0,9%. Quell’episodio – ha sottolineato Ferrante – ha costituito una ferita molto profonda nella costituzione della Comunità europea, perché non è stata rispettata la volontà della maggior parte dei cittadini europei”.
Riguardo l’impegno della Coalizione, Ferrante è ottimista: “Finora la nostra lotta ha avuto risultati molto positivi. Basti pensare che nonostante le pressioni delle multinazionali biotech, i campi coltivati a Ogm in Europa sono quasi pari a zero”.
UN “VOTO FIRMATO”
“Vuoi che l’agroalimentare, il cibo e la sua genuinità siano il cuore dello sviluppo, fatto di persone e territori, salute e qualità, sostenibile e innovativo, fondato sulla biodiversità, libero da Ogm?”, recita il quesito stampato sulla scheda che verrà distribuita nel corso di manifestazioni e iniziative e che sarà possibile anche riempire online, per due mesi, fino al 15 novembre.
Una mobilitazione, rivendicano gli organizzatori, che non ha precedenti, in Italia e in Europa
E anche un “voto firmato”, perché a chi riempirà la scheda verrà chiesto di lasciare anche il nome e i propri dati, sia per testimoniare la buona fede, sia per organizzare una vasta platea di cittadini da mobilitare in altre occasioni.
Che a vincere sarà il “sì”, alla fine, è evidente, anche perché l’Italia è probabilmente il paese più anti-Ogm dell’Unione europea, a prescindere dal colore del governo in carica.
Solo poche settimane fa, italiani, greci, belgi, austriaci e ungheresi hanno votato no alla decisione del Consiglio europeo dei ministri dell’Agricoltura che ha fissato allo 0,9% la soglia massima di ogm che possono essere presenti nei prodotti di agricoltura biologica. Una norma contestata non solo da ambientalisti e agricoltori, ma anche dal Parlamento Europeo, che a marzo aveva votato contro.
E nel Parlamento italiano si discute ora di un disegno di legge bipartisan che punta a stabilire una “soglia zero” per i prodotti bio.
PER VOTARE
http://www.liberidaogm.org/liberi/
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