Volontariato

Radio: un patrimonio a rischio d’estinzione

Non esite un archivio delle trasmissioni radio

di Redazione

Mentre una mostra itinerante celebra i trenta anni della liberta’ d’antenna, c’e’ chi ci tiene a sottolineare che il patrimonio radiofonico, che racconta la storia dell’Italia e ne testimonia i cambiamenti di costume, rischia di andare irrimediabilmente perduto.

”Quando si spegneranno i riflettori su questa mostra (Radio Fm 1976-2006, ndr) ricordiamoci che rimane irrisolto il problema della conservazione dei documenti radiofonici e che non esiste una sede istituzionale per la raccolta del materiale”, questo e’ l’allarme lanciato da Enrico Menduni, studioso di radio, televisione e linguaggi multimediali e professore straordinario presso l’Universita’ degli Studi Roma Tre.

”Le leggi italiane impongono la conservazione di cinque copie delle istruzioni del frullatore o di qualunque depliant pubblicitario, le biblioteche sono piene di centinaia di opuscoli che non si sa piu’ dove mettere, ma ad oggi la conservazione del parlato delle radio italiane dura appena un mese – ha spiegato Menduni all’Adnkronos Cultura – poi ogni radio riscrive sopra i propri cd e si va avanti cosi’ perche’, altrimenti, non si saprebbe dove metterli. Il risultato e’ che questa memoria si sta perdendo o e’ affidata agli archivi dei privati che magari sono anche un po’ vecchi. Non c’e’ alcuno sforzo per assicurarsi che una parte importante delle memoria del nostro Paese venga conservata, come si fa in tutti i Paesi civili”.


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