Non profit

Sedicenni

Le parole e le cose/ I loro interessi sono ignorati da una politica sempre più attempata. Un vulnus democratico che sta mettendo in crisi l’intero sistema. Come uscirne?

di Maurizio Regosa

sedicenne, agg., s. che ha l’età di sedici anni; sost., m. e f. nel significato dell’aggettivo (De Mauro Paravia) sedicenni: oggi in Italia sono 1,2 milioni, quanti gli ultra 85enni. Fra vent’anni saranno un milione. Gli ultra 85enni invece saranno oltre 2,5 milioni. VITA: Professore, i minorenni potranno rappresentarsi da sé almeno in occasione delle elezioni comunali. Cosa pensa di questa proposta? LUIGI CAMPIGLIO: Indubbiamente un fatto nuovo, che va collegato a un primo passo fatto in Austria, dove quest?anno si è deciso di consentire dai 16 anni il voto anche per le politiche. Da noi tale progetto susciterà dibattito, persino fra i minorenni che presumo abbiano punti di vista differenziati. Ritengo però che una proposta di questo genere abbia il merito centrale di far maturare la responsabilità dei giovani, ricollocandola nell?alveo naturale della maturazione, dell?iniziazione alla vita adulta. VITA: Cosa intende? CAMPIGLIO: Il voto ai sedicenni può indurre i giovani e la società nel suo complesso a discutere, in una sorta di democrazia deliberativa, quale possa essere il contributo, il significato e l?importanza di un?assunzione di responsabilità di questo genere. Troppo spesso il sedicenne viene considerato come un bambino, mentre il ventenne o addirittura il trentenne sono considerati ragazzi. Rimettere a posto l?orologio biologico con quello intellettuale ed etico mi pare sia un indubbio passo avanti. VITA: In effetti la giovinezza oggi comprende anche i trentacinquenni, che pochi anni fa erano ritenuti pienamente adulti? CAMPIGLIO: Stiamo vivendo una situazione un po? paradossale. Se fino ai 35 anni si è ?giovani?, e poi dai 60 si diventa ?anziani?, quando si è uomo o donna adulti? VITA: Il voto ai sedicenni avrebbe effetti positivi nella gestione del bene comune? CAMPIGLIO: Sicuramente. Una volta che il tema è sul tappeto, sfido qualunque politico a dimenticarsi di questo aggiuntivo potenziale elettorale. È una questione duplice. Da un lato la tradizionale idea di cittadinanza come partecipazione. Dall?altra in pari misura la rappresentanza degli interessi, soprattutto in società moderne. In entrambi questi ambiti ci saranno effetti significativi: nella gara politica compaiono dei nuovi soggetti. VITA: Si svecchierà anche la classe dirigente? CAMPIGLIO: Un ringiovanimento del corpo elettorale potrebbe solo dare benefici. Si discute spesso, giustamente, sulla tendenza della classe politica a, come dire, non voglio usare termini forti, a essere sempre più in età. Ci sono personaggi di grande levatura, ma è un dato di fatto che l?età media dei cittadini italiani sta aumentando in modo rapidissimo con tutte le conseguenze sociali ed economiche che questo comporta. I giovani fino ai 18 anni sono sostanzialmente fuori gioco. Portare i loro interessi nell?arena politica a pieno titolo ha un valore molto forte. Non solo simbolico. Sostanziale. E poi apre un ulteriore fronte: che cosa fare rispetto a quelli ancor più giovani? VITA: Sarebbe comunque un passo per arrivare poi al voto anche alle politiche? CAMPIGLIO: Sicuramente. La proposta Bobba riguarda le amministrative. Ma ha un significato profondamente politico. Sembra meno destabilizzante e più facile, anche se comporterà dei problemi. Ma se guardo all?ambito locale vedo che i giovani, ad esempio a Milano, sono considerati in quanto consumatori. Percepiti come giovani dell?happy hour. Ma questo è solo un aspetto: sono delle persone. VITA: In alcuni blog però si legge un certo disinteresse proprio da parte dei giovani verso questa proposta. Come se lo spiega? CAMPIGLIO: Immaginavo una reazione di questo genere. Ma all?inizio. La partecipazione elettorale non è un fatto puramente amministrativo, è una conquista. Il fatto che una percentuale anche minoritaria di persone fra i 16 e i 18 anni possa decidere di partecipare con tutta la freschezza, la disinvoltura, l?atteggiamento un po? iconoclasta, lo trovo in ogni caso positivo. È una specie di fulmine a ciel sereno. Che obbliga anche i giovani a pensare. VITA: Potrebbe verificarsi uno spostamento elettorale? CAMPIGLIO: Una domanda che i partiti si faranno e proprio questo dimostra che il tema conta. Ma non si interrogheranno sulle questioni di cui abbiamo parlato fin ora… VITA: Purtroppo per loro? CAMPIGLIO: Prendiamo il mondo per come è. Se è così – perché è così – la questione si sposta.La democrazia e la competizione elettorale sono fatte di incertezze. Ma anche la visione contemporanea di democrazia è ormai un intreccio di visioni. C?è una visione democratico-partecipativa. Un?altra, della scuola americana, dei politologi come Sartori, per cui invece democrazia è competizione elettorale. E altre come quella di Popper secondo cui, in grande sintesi, il potere del voto è potere di mandare a casa chi ha dimostrato di non funzionare bene. Quando considero questa molteplicità di visioni, crescono i miei dubbi sulla ?sacralità? del voto. I meccanismi della democrazia sono strumenti e devono rispondere a una semplice domanda: ci aiutano a vivere meglio? Una precisazione per concludere: perché mai i sedicenni non potrebbero manifestare il loro dissenso sul fatto di nonavere spazi? VITA: Il rischio è che la classe politica per autodifesa si arrocchi in se stessa… CAMPIGLIO: Va però detto che con la scelta austriaca e la proposta italiana, il processo ormai è aperto: quella austriaca ha preso in contropiede tutta la comunità europea, ma non è stata una decisione estemporanea. È il segnale di una consapevolezza: una società sempre più vecchia può produrre decisioni distorte che trascurano i giovani, e questo è un danno per tutti. Questo è il messaggio di fondo. Il voto ai giovani potrebbe determinare una maggiore attenzione dell?amministrazione? Penso di sì. È una sfida accettando la quale tutti i partiti verranno trascinati a considerare le ragioni di questo gruppettino sociale fra i 16 e i 18 anni. VITA: Una bella sfida? CAMPIGLIO: È un patto proposto alla politica, non a un partito in particolare, ma al mondo politico nel suo complesso. E il contenuto di questo patto è il seguente: ci obblighiamo tutti quanti insieme a tener conto delle ragioni dei giovani. VITA: Non prevede scosse elettorali, quindi… CAMPIGLIO: Siamo passati dalle elezione per censo al suffragio quasi universale, come io sostengo. Sembrava che dovesse succedere chissà che cosa. È successo semplicemente che c?è un po? più di democrazia. Meno rischi di ?tirannide della maggioranza?. Il voto, come dicevo prima, è uno strumento. Si tratta di accendere la lampadina. Accendendo la luce in una stanza, tutto quello che era buio diventa chiaro.


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