Cultura

Coldiretti: triplica l’import di biologico extracomunitario

Rischia di essere “spacciato” come Made in Italy un prodotto con standard sanitari diversi

di Redazione

Sono quasi triplicate in un anno le autorizzazioni per l?importazione di alimenti biologici da paesi extracomunitari con l?arrivo in Italia di 31,3 milioni di chili di prodotto in un anno. E? quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Sinab in occasione del Sana, nel sottolineare che si tratta di oltre mezzo chilo di prodotto a testa che rischia di essere spacciato come Made in Italy perché non è sempre obbligatorio indicare la provenienza in etichetta. L?attuale normativa europea prevede – denuncia la Coldiretti – un elenco di paesi extracomunitari (Argentina, India, Australia, Svizzera, Israele) la cui legislazione in materia di coltivazione, certificazione e commercializzazione dei prodotti biologici è stata riconosciuta equivalente al regolamento dell’Unione Europea anche se il 70 per cento delle importazioni di prodotti biologici avviene ancora in base alle cosiddette “autorizzazioni d’importazione”, rilasciate dalle autorità competenti dei singoli Stati Europei seguendo procedure che si basano esclusivamente sulla documentazione, senza effettuare controlli a campione in loco. E? evidente il rischio – continua la Coldiretti – che vengano immessi sul mercato prodotti biologici che non rispettano gli stessi standard di quelli europei. Le importazioni di biologico in Italia arrivano oltre che da paesi europei che non fanno parte dell?Unione (45 per cento) anche da Sud America (17 per cento), Centro e Nord America (16 per cento), Africa (12 per cento), Asia (10 ) per cento con la Cina in rapida crescita che gli ha permesso la conquista del terzo posto a livello mondiale. Se – precisa la Coldiretti – dall?Africa si importano verdure e ortaggi, dall?Asia arriva soprattutto riso mentre dall?America del sud soprattutto banane e zucchero bio, da quella centrale cacao e zucchero e da quella del nord leguminose come fagioli, ceci o lenticchie. Di fronte a questa situazione occorre intervenire – sottolinea la Coldiretti – con misure di trasparenza introducendo al piu? presto il marchio del biologico italiano per consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli. Una scelta che è già stata fatta da molti Paesi europei come Francia, Germania, Austria, Belgio, Svizzera, Olanda, Svezia e Danimarca che hanno da tempo fatto questa scelta. Per l?Italia si tratta di una decisione importante anche per salvare il biologico italiano dalle contaminazioni da Ogm dopo la decisione del Consiglio dei Ministri agricoli europei di fissare una soglia di contaminazione dello 0,9 per cento. Anche di questo si parlerà al Sana dove Sabato 15 settembre 2007 prenderà il via la consultazione nazionale Italiaeuropa-liberi da ogm – Un si per il futuro – a partire dalle ore 10,00 alla Camera di commercio in piazza della Costituzione a Bologna. L’iniziativa sarà presentata in occasione di un incontro al quale parteciperanno, tra gli altri, il presidente della Coldiretti Sergio Marini e quello della Cna alimentare Sandro Moscardi, Paolo Cattabiani della Coop insieme agli altri sostenitori della coalizione liberi da ogm. Nel corso dell?incontro saranno presentati i risultati dell?indagine sugli effetti di una eventuale contaminazione da Ogm sul biologico italiano. Nel primo semestre del 2007 – riferisce la Coldiretti – sono aumentati del 9 per cento i consumi familiari di alimenti biologici con valori record per i prodotti per l’infanzia (+ 47 per cento) e per riso e pasta (+16 per cento), sulla base dei dati del panel Ismea – Ac Nielsen sui consumi domestici di prodotti biologici confezionati, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I maggiori consumatori di prodotti biologici – precisa la Coldiretti – risiedono al Nord con il 73 per cento del totale degli acquisti, mentre il 19 per cento nel centro e in Sardegna e appena l’8 per cento al Sud e in Sicilia. Il settore dei prodotti biologici in Italia realizza un fatturato complessivo stimato pari a 1,5 miliardi di euro. L’Italia con quasi cinquantamila imprese agricole impegnate è prima in Europa e quinta nel mondo per superficie agricola dedicata all’agricoltura biologica, pari a 1.147.459 ettari, preceduta solo da Australia, Argentina, Cina e Stati Uniti che dispongono di maggiori superfici coltivate.

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