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Adozioni in Nepal: a metà settembre un tavolo proverà a sbloccarle

Così assicura la Cai. Intanto esce per Rizzoli un libro che denuncia le "importazioni" illecite di bambini dal Nepal. Prima destinazione la Spagna, seconda l'Italia.

di Sara De Carli

Bloccate le adozioni in Nepal: così denunciano le famiglie e così rispondeva la Cai ad agosto, rassicurandole.

“Continuano a pervenire sollecitazioni e doglianze da parte delle famiglie che hanno in corso procedimenti di adozione in Nepal che richiedono interventi nei confronti delle Autorità nepalesi affinchè siano sbloccate almeno le posizioni delle famiglie che hanno incontrato i bambini. Al riguardo si assicura il costante e ripetuto impegno della Commissione per le Adozioni Internazionali e del Ministero degli Affari Esteri che stanno svolgendo iniziative di sensibilizzazione per il superamento del blocco delle adozioni. Si segnala comunque che analoghe preoccupazioni sono state segnalate dalle Autorità francesi e americane con le quali si sta tentando un approccio comune al fine di superare l?attuale situazione di incertezza”.

Un mese dopo, il 5 settembre, la Cai scrive:
“Si fa seguito alle precedenti comunicazioni per rassicurare le famiglie del costante impegno della Commissione per le Adozioni Internazionali nel sensibilizzare le Autorità Nepalesi affinchè siano al più presto definite le procedure delle adozioni pendenti. In previsione di una riunione promossa dall’Ambasciata d’Italia, che si svolgerà a Katmandù il 14 settembre p.v., si è provveduto a fornire al Console Generale, che coordina la riunione, l’elenco aggiornato delle coppie che hanno una procedura pendente secondo il vecchio regolamento Nepalese e che hanno conosciuto i bambini affinché possa essere sbloccato l’iter adottivo. Analoga attenzione viene riservata alle famiglie interessate ad adottare minori Nepalesi e che sono in attesa di una proposta di abbinamento”.

Proprio in questi giorni esce per Rizzoli il nuovo libro di Alessandro Giglioli, “Premiata macelleria delle Indie”, con un capitolo dedicato al racket delle adozioni tra il Nepal e l’Europa. L’Espresso in edicola oggi pubblica proprio uno stralcio di questo capitolo. Racconta la storia di Sunita, ingannata da una finta ong, lo Swastik Women and Children Protection, che le ha fatto credere di accogliere il bambino per aiutarla a crescerlo e invece lo ha venduto a una coppia di spagnoli. «Dall’inizio del 2000 al giugno del 2006 sono stati adottati all’estero 1.379 bambini nepalesi», scrice l’autore. «Di cui 340 in Spagna, primo importatore (usa proprio questo termine, ndr). Al secondo posto chi c’è? Sorpresa, l’Italia, con 299 bambini».


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