Volontariato

Scuola, quante «deficienze» da colmare

In un'intervista a La Stampa parla l'insegnante che l'anno scorso è finita sotto processo per aver costretto un suo alunno a scrivere 100 volte «io sono deficiente».

di Redazione

«A dir la verità, scrisse ?deficente?, senza la i». E questo, secondo l?insegnante di Palermo che l?anno scorso ha inflitto una punizione esemplare ad un suo alunno che aveva impedito l?accesso al bagno ad un compagno, è l?emblema delle tante carenze della scuola. Raggiunta da la Stampa nel suo appartamento a Palermo, l?insegnante racconta la sua personale battaglia contro le «deficienze» della nostra scuola (disimpegno, giustificazionismo e compiacenza) e spiega le ragioni del suo gesto.

«?Deficente?, spiega l?insegnante, da ?deficere?, mancare: di solidarietà, rispetto per l?altro e senso della legalità». Quello che il suo alunno ha dimostrato di non avere, impedendo ad un suo comagno più piccolo di accedere al bagno dei maschi. Il problema però è ce la carenza non è di quel ragazzo specifico, ma del sistema scuola in generale.

«Abbiamo permesso che si facesse largo nella società, l?idea che studiare non serve a niente. Quanti sono veramente convinti che la cultura sia ancora uno strumento di promozione sociale?» sli chiede l?insegnante. La colpa però non è solo delle leggi: anche genitori ed insegnanti non passano indenni a questa requisitoria. «I genitori giustificano tutto» spiega:«Se il figlio non ha fatto i compiti, se si comporta male, se quel giorno non gli va di andare a lezione. Ci sono famiglie che arrivano a produrre certificati medici per assenze non dovute a malattie». E come è iniziato tutto questo?
«Lasciando correre, Siamo in una società che lascioa correre, quando basterebbe che ognuno facesse la sua parte»: genitori, ragazzi e insegnanti.


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