Volontariato

Dove guarda, lei “vede”

5 settembre: sono trascorsi dieci anni dalla morte di Madre Teresa di Calcutta. VITA propone un articolo del 1961 di Pier Paolo Pasolini, primo italiano a raccontare Madre Teresa

di Redazione

Così, in India, ora, più che alla manutenzione di una religione, l?atmosfera è propizia a qualsiasi spirito religioso pratico. Ho conosciuto lo spirito dei religiosi cattolici: e devo dire che mai lo spirito di Cristo mi è parso così vivido e dolce; un trapianto splendidamente riuscito. A Calcutta, Moravia, la Morante e io siamo andati a conoscere Suor Teresa, una suora che si è dedicata ai lebbrosi. Ci sono sessantamila lebbrosi, a Calcutta, e vari milioni in tutta l?India. È una delle tante cose orribili di questa nazione, davanti a cui si è del tutto impotenti: in certi momenti ho provato dei veri impulsi di odio contro Nehru e i suoi cento collaboratori intellettuali educati a Cambridge: ma devo dire che ero ingiusto, perché veramente bisogna rendersi conto che c?è ben poco da fare in quella situazione. Suor Teresa cerca di fare qualcosa: come lei dice, solo le iniziative del suo tipo possono servire, perché cominciano dal nulla. La lebbra, vista da Calcutta, ha un orizzonte di sessantamila lebbrosi, vista da Delhi ha un orizzonte infinito. Suor Teresa vive in una casetta non lontana dal centro della città, in uno sfatto vialone, roso dai monsoni e da una miseria che toglie il fiato. Con lei ci sono altre cinque, sei sorelle, che l?aiutano a dirigere l?organizzazione di ricerca e di cura dei lebbrosi e, soprattutto, di assistenza alla loro morte: esse hanno un piccolo ospedale dove i lebbrosi vengono raccolti a morire. Suor Teresa è una donna anziana, bruna di pelle, perché è albanese, alta, asciutta, con due mascelle quasi virili, e l?occhio dolce, che, dove guarda, ?vede?. Assomiglia in modo impressionante a una famosa sant?Anna di Michelangelo (<i>Pasolini si riferisce a Michelangelo Merisi detto il Caravaggio: il quadro è la Madonna dei Palafrenieri oggi a Roma, ndr</i>): e ha nei tratti impressa la bontà vera, quella descritta da Proust nella vecchia serva Francesca: la bontà senza aloni sentimentali, senza attese, tranquilla e tranquillizzante, potentemente pratica. <table style=”line-height: 150%; font-size: 1em;” width=”98%” bgcolor=”#FFFFFF” border=”0″><tr valign=”top”><td align=”left” width=”70%” align=”center” style=”padding-right: 10px;”><b>Inoltre in edicola con VITA Magazine: L’approfondimento <font color=”#446AB0″>Madre Teresa, un dono che continua</font></b>

  • <b>Andare incontro agli altri per dare un volto al mistero</b> <i>A dieci anni dalla sua scomparsa, Madre Teresa continua ad insegnarci che la verità di se stessi la si incontra andando incontro all’Altro, al mistero spesso così oscuro che però ci si fa incontro negli altri, uomini bisognosi come noi. Di verità e di amore.</i> Di Riccardo Bonacina

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