Famiglia
Bertolaso: la mia estate di fuoco
Il responsabile della Protezione Civile nell'intervista a VITA lancia l'idea dei campi scuola anti-incendio. In edicola!
di Redazione
La torrida estate di Guido Bertolaso si è aperta fra i cassonetti dell?immondizia di Napoli e si chiuderà fra i giovani dell?Agorà di Loreto. Per il capo della Protezione civile è dunque tempo di tirare le somme. Fra le note positive, la gestione dell?esodo estivo e il coordinamento degli interventi anti siccità. Il sistema Italia ha invece perso la battaglia contro i roghi (che quest?anno sono stati 4.007, contro i 3.039 del 2006). Sui rifiuti infine, Bertolaso, non si schioda da un gelido «no comment»: gli strascichi della sua esperienza da commissario governativo per la Campania evidentemente non sono stati ancora assorbiti.
Vita: Partiamo dagli incendi e dalla scia di morti che si sono lasciati dietro. Rileggendo i titoli di alcuni quotidiani della scorsa primavera si può dire che lei aveva previsto l?emergenza. Non si poteva fare proprio nulla di più?
Guido Bertolaso: Questa estate abbiamo vissuto le giornate più tragiche della nostra storia: a Peschici tre dei nostri hanno perso la vita. Noi avevamo allertato tutte le amministrazioni competenti. Alcuni si sono organizzati per tempo, altri hanno sottovalutato le previsioni. Il problema degli incendi però è una questione prima di tutto culturale e poi organizzativa. Capita di imbattersi in sindaci che non sanno di essere i primi responsabili della protezione civile del loro comune o che non conoscono norme fondamentali.
Vita: Tonino Perna, ex responsabile del parco nazionale dell?Aspromonte in cinque anni è riuscito ad abbattere dell?80% gli incendi affidando sezioni di territorio alla cura di associazioni locali…
Bertolaso: Il coinvolgimento delle comunità locali è la strada da seguire. Deve diventare la parola d?ordine. Quale è la ragione per cui all?Argentario e all?Elba non ci sono più incendi? Non certo perché si sono comprati più Canadair o perché gli elicotteri funzionano meglio, ma perché la gente si è presa in carico il territorio. Perna ha fatto contratti con gli ambientalisti e le sigle della società civile, sull?Argentario si sono scelti meccanismi diversi di vigilanza, sorveglianza e pronto intervento, ma il punto di partenza è il medesimo: la responsabilizzazione della cittadinanza.
Vita: Basta questo?
Bertolaso: L?ambiente in Italia è considerato qualcosa di estraneo. Manca l?affetto. Tutti si sentono in diritto di buttare le cicche per terra, di abbandonare la spazzatura o di parcheggiare dove capita, magari distruggendo la macchia mediterranea, il mirto o la ginestra di turno, senza considerare che la marmitta catalica è un ottimo innesco per gli incendi. I boschi bruciano anche perché non c?è più chi che si occupi della manutenzione. In tali condizioni il sottobosco diventa benzina per qualsiasi malintenzionato. Per invertire la rotta occorre puntare sui giovani. Per questo ho lanciato l?idea di chiudere il prossimo anno scolastico con due settimane di campi scuola. Un progetto a cui vorrei partecipassero anche le organizzazioni di volontariato, come gli scout, gli alpini, le Pubbliche Assistenze e le Misericordie che costituiscono ancora oggi le nostre più formidabili sentinelle sul territorio. I ragazzi fin da subito devono imparare a vivere la natura, a mantenerla pulita e a sorvegliarla.
Vita: Capitolo acqua. Quest?anno, malgrado giornate in cui si sono superati i 40 gradi, non si è verificato il tanto temuto black out energetico. Come è stato possibile?
Bertolaso: Mentre gli incendi costituiscono un problema di educazione, in questo caso il nodo è strutturale. In Italia l?acqua non manca, ma i nostri acquedotti in alcuni casi sono dei veri e propri colabrodo che arrivano a perdere il 60% dell?acqua disponibile. Rimane il fatto che con una buona pianificazione e con una politica di contenimento dei consumi, per lo meno al nord, è stato possibile ridurre i disagi.
Vita: è possibile stabilire quanto costano agli italiani le emergenze estive?
Bertolaso: Una cifra non sono in grado di specificarla. Per i soli incendi fino ad ora abbiamo ricevuto uno stanziamento di cinque milioni di euro, ma credo che faremo ricorso al fondo sociale della comunità europea. Non so quanti, ma certo è che spesso sono soldi buttati, che con un po? più di attenzione si sarebbero potuti risparmiare. [..]
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