Cultura

Don Mazzi: sono stato usato dai grandi quotidiani

"Voglio che qualcuno mi spieghi perchè c'è così tanta voglia di smontare, pezzo per pezzo, il bene immenso che la Chiesa cattolica, attraverso i suoi preti, ha fatto e fa in campo educativo"

di Redazione

“Per coscienza e con serenità, mi schiero dalla parte della Comunità Incontro e del suo fondatore, amico carissimo”. Don Antonio Mazzi, presidente della Fondazione Exodus Onlus, precisa la sua posizione e sulle pagine dell’Avvenire difende don Pierino Gelmini. “Mi sono sentito vigliaccamente usato come strumento per sentenze anticipate – chiosa il sacerdote – e sbattere mostri in pagina, anticipare processi, fabbricare scoop, non sono le vie migliori per ricomporre democrazia, giustizia e verità”. “Sto con la Comunità Incontro, ma ho due domande – scrive in un editoriale del quotidiano della Cei -. La prima: vorrei che il ministro Mastella mi spiegasse come sia possibile che escano dai Palazzi di Giustizia deposizioni, documenti, faldoni segreti e delicatissimi ancora tutti da accertare, provare e discutere. Quali burattinai – prosegue don Mazzi – si possono permettere di distruggere persone, storie, istituzioni con la freddezza del tagliateste? In una società civile questo è destabilizzante e inammissibile”. Il secondo quesito è rivolto “ai direttori dei grandi quotidiani. Voglio che qualcuno mi spieghi – chiosa il sacerdote – perchè c’è così tanta voglia di smontare, pezzo per pezzo, il bene immenso che la Chiesa cattolica, attraverso i suoi preti, ha fatto e fa in campo educativo e pastorale”. “Il divertimento ‘sadico’ che trapela dalle prime pagine di alcuni giornali – conclude don Mazzi – quando enfatizzano vendette fraterne, rivalità, gelosie, protagonismi assurdi, minimizzando l’infinità di eroi, martiri, profeti silenziosi, operai fedeli, pastori indefessi, non è da giornalismo vero, attento ed equanime”.

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