Famiglia

Servizio civile, nel 2006 ha lasciato l’11% dei volontari

Presentata la Relazione annuale al Parlamento. Per la prima volta c’è anche il dato degli abbandoni. Intanto si interrompe il trend di crescita della copertura dei posti: -4% rispetto al 2005

di Redazione

È stata presentata al Parlamento dal Ministro Ferrero la Relazione sull’organizzazione, sulla gestione e sullo svolgimento del servizio civile per l’anno 2006.
La relazione, che i lettori possono scaricare in formato pdf, è stata curata dall’Ufficio nazionale per il servizio civile e traccia il bilancio del lavoro svolto, illustra le diverse questioni delle quali si è occupato l’Ufficio nel quinto anno dalla emanazione della legge 6 marzo 2001, n. 64 e fa il punto sullo stato di attuazione del servizio civile in Italia.

Fra le novità, il dato sugli abbandoni, che fino ad oggi non era mai stato reso noto. Nel 2006 su 45.890 volontari avviati, 5.036 (il 10,97%) hanno gettato la spugna: 3.205 prima dell?avvio, gli altri a servizio in corso.

L?altro dato rilevante è l?inversione di tendenza rispetto alla percentuale di copertura dei posti, che nel 2005 aveva toccato il picco del 93,96% e nel 2006 è scesa all?89,97%.

Una piccola sorpresa si nota anche nella distribuzione geografica del volontari. Il sud continua a recitare la parte del leone con il 55,72% degli avvii, ma rispetto allo scorso anno le regioni del Mezzogiorno registrano un decremento percentuale dell?1,15%. Cala, di poco, anche il Centro (-0,51%), mentre il Settentrione da qualche segno di ripesa con il 21,34% dei volontari avviati (+1,61% rispetto a 12 mesi fa).

  • Relazione sull’organizzazione, sulla gestione e sullo svolgimento del servizio civile per l’anno 2006: scarica il documento (formato pdf)

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.