Volontariato

Bologna, 27 anni di misteri

Il 2 agosto 1980 una valigia carica di tritolo alla stazione fa 85 morti e 200 feriti. Le tappe della vicenda

di Redazione

Una valigia carica di tritolo esplosa in una delle stazioni piu’ affollate d’Italia, nella sala d’aspetto dello scalo ferroviario di Bologna. Ottantacinque morti, 200 feriti, ovunque sangue, terrore e distruzione. E’ forse la pagina piu’ oscura della storia del dopoguerra. Un eccidio senza precedenti, in cui al sangue si mescola l’intrigo e il dramma di una verita’ che non convince fino in fondo. Per la strage di Bologna sono stati condannati in via definitiva Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, eppure la verita’ su cio’ che accadde quel 2 agosto del 1980 per molti e’ ancora lontana. Non e’ mai stata fatta luce sui mandanti dell’attentato e nuove piste continuano a spuntare continuamente, mentre la ricchissima e sempre nuova pubblicistica sulla materia dimostra che sono in pochi ad accontentarsi della verita’ giudiziaria finora accertata, una verita’ che lascia aperti tanti punti interrogativi. Solo pochi mesi fa il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga aveva detto: ”Evidentemente dei palestinesi stavano trasportando dell’esplosivo e sono saltate in aria un paio di valige, e non abbiamo trovato chi fossero perche’ essendo seduti sopra le valige sono saltati anche loro. Le valige erano innescate probabilmente perche’ stavano andando a qualche consolato americano o a qualche cosa di Israele, o a qualche societa’ americana”. A ripercorrere le tante verita’ sul 2 agosto 1980 anche ”Storia Nera” (Cairo edizioni), l’ultimo libro di Andrea Colombo, ex di Potere operaio, firma del ”Manifesto” e oggi portavoce di Rifondazione comunista al Senato, che, sicuro dell’innocenza dei ‘neri’, ha voluto raccontare sulla strage la verita’ di Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, unendosi ai tanti grandi nomi della sinistra, e non solo, che si sono spesi per affermare l’estraneita’ dei Nar rispetto all’eccidio di 27 anni fa. Di altro segno l’ultimo lavoro di Riccardo Bocca, ”Tutta un’altra strage” (Rizzoli). E proprio al confronto tra Bocca e Colombo sara’ dedicata la puntata di ”Otto e mezzo” di questa sera. Insomma, Bologna resta uno dei misteri italiani. Ecco le fasi principali di questa lunghissima vicenda.

2 AGOSTO 1980: Sono le 10.25 di una caldissima mattina di meta’ estate, il 2 agosto del 1980, quando una bomba esplode nella sala d’aspetto di seconda classe della stazione di Bologna. Lo scoppio e’ violentissimo: provoca il crollo delle strutture sovrastanti le sale d’aspetto di prima e seconda classe dove si trovano gli uffici dell’azienda di ristorazione Cigar e di circa 30 metri di pensilina e investe anche il treno Ancona-Chiasso in sosta al primo binario. Il bilancio finale e’ di 85 morti e 200 feriti. – 1 GIUGNO 1981: Si costituisce l’Associazione tra i familiari delle vittime della strage con lo scopo di ”ottenere con tutte le iniziative possibili la giustizia dovuta”. Nei successivi processi si costituira’ in qualita’ di parte civile, e dara’ un impulso significativo a tutte le fasi della vicenda, dall’inchiesta all’ultimo gradi di giudizio. – 25 LUGLIO 1984: L’Associazione tra i familiari consegna al presidente del Senato Francesco Cossiga una proposta di legge di iniziativa popolare per l’abolizione del segreto di Stato nei delitti di strage e terrorismo. – 11 LUGLIO 1988: La sentenza di primo grado infligge 4 ergastoli agli esecutori materiali della strage : Francesca Mambro, Valerio Fioravanti, Massimiliano Fachini, Sergio Picciafuoco, tutti estremisti di destra. Dieci anni per depistaggio vengono inflitti invece a Licio Gelli, Francesco Pazienza, e ai due ufficiali del Sismi Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte. Sono condannati per banda armata Paolo Signorelli, Roberto Rinani, Egidio Giuliani, Gilberto Cavallini, Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Sergio Picciafuoco, Massimiliano Fachini.
8 LUGLIO 1990: La sentenza di appello assolve tutti dall’accusa di strage . C’e’ il concreto rischio che si debba ricominciare tutto dall’inizio. –

12 FEBBRAIO 1992: Le sezioni penali unite della Corte di Cassazione decidono che il processo di appello deve ricominciare. Secondo la Suprema Corte la sentenza di secondo grado e’ ”illogica, priva di coerenza, scarsamente motivata, non ha tenuto conto dei fatti che precedettero e seguirono l’evento e in alcune parti i giudici hanno sostenuto tesi investigative che neppure la difesa aveva sostenuto”. – 16 MAGGIO 1994: La nuova sentenza di appello conferma l’impianto accusatorio del processo di primo grado. Gli esecutori Mambro, Fioravanti e Picciafuoco vengono condannati all’ergastolo. Confermata l’accusa di depistaggio per Gelli, Pazienza, Musumeci e Belmonte. E la banda armata per Fioravanti, Mambro, Picciafuoco, Giuliani e Cavallini. – 23 NOVEMBRE 1995: La Cassazione conferma il secondo processo di appello. Francesca Mambro e Valerio Fioravanti sono condannati definitivamente all’ergastolo quali esecutori della strage. Dall’ottobre 2000 Francesca Mambro gode dela sospensione della pena per maternita’. Valerio Fioravanti ha usufruito del beneficio del lavoro fuori dal carcere. Proclamatisi sempre innocenti per la strage del 2 agosto 1980, Francesca Mambro e Valerio Fioravanti hanno piu’ volte ribadito che qualora dovessero emergere elementi su cui fondare l’istanza, chiederanno la revisione del processo. 30 GENNAIO 2000: Il Tribunale dei minori assolve Luigi Ciavardini dal reato di strage, condannandolo invece per banda armata a tre anni e 6 mesi. – 9 MARZO 2002: La sezione minori della Corte d’Appello di Bologna ribalta la decisione del Tribunale dei minori: Luigi Ciavardini viene condannato a 30 anni come esecutore dell’attentato. Per i giudici di secondo grado, infatti, Ciavardini avrebbe svolto ”un compito determinante, direttamente connesso alla materiale esecuzione del crimine”. – 17 DICEMBRE 2003: La prima sezione penale della Corte di Cassazione annulla la sentenza di condanna di Ciavardini. – 13 DICEMBRE 2004: La sezione minori della Corte d’Appello di Bologna , con un collegio diverso, torna a pronunciarsi sul caso Ciavardini dopo l’annullamento con rinvio della precedente sentenza da parte della Cassazione. L’ex Nar viene condannato a 30 anni di reclusione. Ora e’ in attesa che sul suo caso si pronunci la Cassazione.

NOVEMBRE 2005: La procura felsinea apre un nuovo fascicolo d’indagine. La nuova inchiesta prende le mosse dalla pista mediorientale e dagli atti della commissione Mitrokhin, dalle cui carte emerge la presenza a Bologna il 1 agosto del 1980 del militante tedesco esperto di esplosivi Thomas Kram, del gruppo ”Cellule Rivoluzionarie”, il braccio destro del terrorista internazionale Carlos ‘lo Sciacallo’ detenuto in Francia dal 1994. – 4 DICEMBRE 2006: Kram pone fine alla sua lunghissima latitanza e si costituisce alle autorita’ tedesche. Dopo essere rimasto a disposizione dei magistrati federali a Karlsruhe, il terrorista circa un mese dopo riesce a ottenere la liberta’ condizionale. – 12 GENNAIO 2007: La Procura di Bologna presenta una rogatoria per poter sentire Kram come persona informata sui fatti e chiedere informazioni sulla sua presenza nel capoluogo emiliano l’1 agosto 1980, attestata dalla registrazione a suo nome di una stanza in un albergo sotto le Due Torri e il 2 ando’ via. – 11 APRILE 2007: La seconda sezione penale della Cassazione dichiara inammissibile il ricorso presentato dai legali dell’ex Nar Luigi Ciavardini, che viene condannato con sentenza definitiva a 30 anni di reclusione per la strage. – 24 MAGGIO 2007: Rivelazione choc di Stefano Sparti, figlio del principale testimone al processo per la strage del 2 agosto 1980: “Mio padre Massimo Sparti, nella storia del processo di Bologna ha sempre mentito. Si e’ sempre vantato, di fronte a noi, con altre persone, di avere le lastre di un’altra persona, relative ad una malattia che in realta’ lui non aveva, cioe’ il tumore”.


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