Formazione

Asilo, in arrivo due decreti legislativi

I provvedimenti, approvati stamattina, definiscono lo status di rifugiato recependo le direttive comunitarie in materia. Ora dovranno passare all'esame delle Camere e poi tornare al governo per l'ap

di Redazione

ROMA – Rifugiato, ovvero un individuo che necessita di protezione internazionale. Questa la definizione del richiedente asilo che si legge nelle due bozze di decreto legislativo approvate questa mattina dal Consiglio del Ministri. Le norme recepiscono le direttive europee in materia di rifugiati e ne definiscono le procedure per richiedere lo status. Ora i testi saranno inviati alle Camere per il parere delle commissioni per poi tornare al governo per l’approvazione definitiva.

«Una questione di civiltà». così ha definito l’approvazione dei decreti il ministro Amato. «L’asilo è uno dei diritti fondamentali, previsti dall’articolo 10 della nostra costituzione per chi non può esercitare nel suo Paese la libertà e altri diritti fondamentali» ha continuato Amato. «Noi oggi ci adeguiamo alle regole minime fissate dalla comunità europea sul diritto d’asilo, ma così non precludiamo al Parlamento la possibilità di dettare norme ulteriori che rispettino gli standard qui fissati».

Stando alle anticipazioni del titolare del Viminale, le norme approvate oggi danno più tutele a chi si vede respinta la domanda di asilo o di protezione umanitaria dalle commissioni territoriali. Chi presenterà ricorso, non potrà infatti essere espulso fino alla decisione del giudice, che dovrà arrivare entro tre mesi. Il ricorso non sospenderà automaticamente l’espulsione solo quando la permanenza in Italia potrebbe porre problemi di sicurezza. È il caso ad esempio di cittadini stranieri che hanno scontato una pena detentiva e una volta fuori di galera sfruttano la domanda d’asilo per avere un trattamento privilegiato. Queste persone oltre a presentare ricorso dovranno chiedere espressamente la sospensione dell’espulsione e il giudice deciderà caso per caso se accordarla o no.
(Da Stranieri in Italia)

La nuova disciplina definisce dettagliatamente le garanzie procedurali per il richiedente per quanto riguarda il colloquio personale, l’ assistenza da parte di un interprete ecc, e insiste sull’indipendenza delle commissioni che esaminano le domande. Queste ricevono solo supporto logistico e organizzativo dal ministero dell’Interno, che non può però interferire o indirizzare il loro operato. I centri di identificazione vengono superati, prevedendo strutture per l’accoglienza connesse al Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), gestito dagli enti locali.

Anche l’Italia adotta il principio del respingimento della domanda di chi viene da un “Paese sicuro”, ma prevede che la competenza per definire i Paesi sicuri non sia nazionale. “Ci rimettiamo alla lista europea, che per il momento non esiste. Il che significa che non c’è la possibilità di respingere pregiudizialmente una domanda, ma questa va sempre e comunque esaminata” ha spiegato il ministro dell’Interno.


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