Non profit
Ho un debito con Baden Powell
"Lui diceva se la strada non cè, inventala. Intervista ad Alessandro Profumo.
Che anno quel 1977 per il ventenne Alessandro Profumo! A maggio, le nozze. A settembre l?ingresso nel mondo del lavoro, in una società finanziaria. A ottobre il primo figlio. In mezzo, come tutti gli anni, il campo scout, in qualità di capo reparto. Per Profumo l?esperienza sulla strada
tracciata da Baden Powell è stata un?esperienza fondamentale, dal punto di visto umano. Ma anche della formazione professionale. Come conferma in questa intervista a Vita.
Vita: Qual è stato l?insegnamento più importante ricavato dagli anni di pratica scout?
Alessandro Profumo: Ne ho ricavati molti. Tra gli altri, ricordo di aver imparato l?importanza e il valore della responsabilità personale, ho sperimentato il valore dello ?stare assieme? e del lavorare in squadra ed ho capito che spesso è proprio facendo e provando che si impara, ed è
esattamente quello che in linguaggio imprenditoriale si definisce come il ?learning by doing?.
Vita: In che modo la formazione scout entra in gioco anche nel ruolo che oggi riveste?
Profumo: Sono convinto che l?esperienza scout sia capace di lasciare un segno profondo in tutti coloro che hanno avuto la fortuna di viverla. Ed è proprio la profondità di questa esperienza che fa sì che poi ognuno di noi riesca ad applicarla in tutte le espressioni della sua vita, comprese quelle professionali. Non vi è dubbio che ogni giorno, quando mi trovo ad assumere delle decisioni, mi appoggio quindi anche sull?esperienza che ho vissuto tra gli scout dove, lavorando in team e sviluppando a fondo il senso di responsabilità e di partecipazione, ho forgiato buona parte del fondamentodelle mie capacità decisionali.
Vita: Baden Powel diceva: “Se la strada non c?è, inventala”. L?esperienza scout è una buona scuola di cultura imprenditoriale?
Profumo: Assolutamente sì! L?inventare una strada quando questa manca è una delle esperienze scoutistiche più importanti e si basa sulla condivisione, tra tutti i componenti della squadra, degli stessi valori e della medesima visione del mondo. È un?esperienza per molti versi entusiasmante, che ci insegna a non fermarci mai, nemmeno di fronte all?apparente evidenza dei fatti. Nel lavoro le cose sono sostanzialmente simili e la mia esperienza professionale ne è una eloquente testimonianza. Quando iniziai, nel 1994, a lavorare al Credito Italiano, le banche erano molto diverse da quelle di oggi. Prevaleva una mentalità conservatrice ed ogni tentativo di innovare e sperimentare soluzioni nuove doveva confrontarsi, prima di tutto, con le forti resistenze interne.
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