Mondo

Cina, si è chiuso congresso del partito comunista

Esce di scena, almeno ufficialmente, Jiang Zemin

di Emanuela Citterio

Esce di scena, almeno ufficialmente, Jiang Zemin. E’ una delle decisioni prese durante il 16esimo Congresso del Partito comunista cinese, che si è chiuso oggi a Pechino. Un congresso che ha dimostrato quanto la Cina sia cambiata in questi anni. Uno dei segnali più eclatanti, da parte del partito comunista, è l’apertura ai “capitalisti rossi”. E’ stata confermata infatti la teoria delle ?tre rappresentanze?, elaborata dal presidente uscente, che comprende le forze produttive avanzate, la cultura avanzata e l?interesse di tutto il popolo. Si tratta di una sostanziale apertura a tutte le forze sociali, compresi gli imprenditori privati. ?Questo Congresso è la conferma che la natura del Partito comunista cinese è cambiata perché nel frattempo si è trasformata la società? ha detto all’agenzia Misna uno dei massimi conoscitori italiani della realtà cinese, padre Angelo Lazzarotto del Pime (Pontificio istituto missioni estere). “Già negli anni scorsi numerosi esponenti di spicco del Partito si sono arricchiti, diventando veri e propri capitalisti e molti imprenditori sono stati cooptati nella fila del Pc. Si sta sfaldando, insomma, il monolito del Partito basato sulla contrapposizione tra le classi, ma non sappiamo se questo continuerà a produrre corruzione, una piaga che affligge da tempo la società cinese?. I 2.114 delegati presenti al congresso del partito hanno eletto oggi il nuovo Comitato centrale, tra i cui 350 componenti non figurano né Jang né gli altri suoi collaboratori e i membri storici che hanno governato la Repubblica popolare cinese negli ultimi 13 anni. Questo automaticamente li esclude dall?accesso al Politburo, organismo più potente composto da soli 22 membri, e dal suo comitato permanente, formato da 7 persone, che saranno entrambi votati domani. L?unico dei ?vecchi? ad essere rieletto nella fila del Comitato centrale è l?attuale vicepresidente cinese Hu Jintao, destinato a diventare segretario generale del Partito e ad assumere la presidenza della Cina la prossima primavera, al posto di Jiang.

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