Formazione
La ricetta del Molise fa da sé. Chi gestirà la montagna di aiuti arrivati?
Il dopo terremoto. "Ora tocca a noi molisani". È lo slogan di Michele Iorio, presidente della Regione. Che aspira a gestire i fondi. Ma sarà il criterio giusto?
Da un lato, forse, c?è la vecchia politica, quella locale, dei compromessi, del tutto s?aggiusta, del «lasse sta? ù mònne cume ze tròve» (antico proverbio molisano, che non abbisogna di traduzione). E dall?altra c?è il volto, decisionista e pulito, ma secco e un po? militaresco, della nuova politica, che più che politica è managerialità, accentramento, decisionismo, scelte rapide, ordini secchi.
Naturalmente, visto che ci troviamo in Molise e che dei ?forastieri? di solito si diffida dovremmo pensare che, nell?attuale braccio di ferro che contrappone Protezione civile e governo locale, il presidente della Regione, il forzista Michele Iorio, abbia la gente dalla sua e il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, invece, goda dei mezzi, dei finanziamenti, della protezione del governo. Il fatto è, invece, che Bertolaso sembra muoversi con pieni poteri sì, ma molto lontano da Roma, mentre nel piccolo e dolorante Molise le guerre intestine sono così intricate da indebolire chiunque.
Ecco le promesse
Di Iorio, persona mite e gentile, si critica il cumulo di cariche: presidente della Regione e deputato, in palese violazione a ogni norma costituzionale. Ma anche altri politici fanno lo stesso, a destra e a sinistra: il sindaco di Termoli (FI) è onorevole, quello di Campobasso (Ds) governa la Provincia.
Bertolaso ha promesso molte cose e non tutte le promesse, si sa, hanno il merito di farsi mantenere: oggi può rivendicare di aver dimezzato i senza tetto (5mila dagli 11mila di una settimana fa) grazie ai residence sul mare, dove non si muore dal freddo, e anche all?antico senso di ospitalità molisana. Le ispezioni sull?agibilità delle case procedono a ritmo serrato (43%) nei 50 comuni interessati, ma «dire oggi quanti danni ha provocato il terremoto sarebbe come giocare al Lotto», puntualizza lui, che però è forte di un piccolo esercito di 3mila uomini e oltre 800 mezzi, alle sue dirette dipendenze. Già, peccato che la Regione, a pochi giorni dal terremoto, parlava già di «300 milioni di euro di danni» e che la stessa maggioranza di centrodestra che la guida, ritiene pochi i 50 milioni di euro stanziati. Dal governo, nell?attuale Finanziaria, s?intende. Al punto che un emendamento (bocciato) presentato dai parlamentati molisani di centrosinistra per aumentare quella cifra a 900 milioni è stato votato anche dai colleghi (molisani) del Polo. Per non parlare dei fondi promessi da Prodi. La Regione stessa ne ha già messi in cantiere 5 milioni con un fondo vincolato e la Provincia di Campobasso ne ha promessi 657mila.
Insomma, senza voler soffiare sul fuoco di sterili polemiche o voler svelare chissà quali retroscena, rimane un dato di fatto: il presidente della Regione non vede l?ora che il commissario straordinario passi la mano: «Grazie mille per l?ottimo lavoro svolto, ma ora tocca a noi molisani», gli fa sapere. Ritiene spetti a lui, infatti, diventare al più presto il commissario ordinario che gestirà le offerte che piovono da tutt?Italia e la ricostruzione del post terremoto. Intanto la Protezione civile e la Caritas, ma anche Regione e Provincia, cercano di avvisare gli italiani a convogliare in modo razionale le donazioni che hanno già raggiunto cifre record e promettono solidarietà per 200 milioni di euro.
Chi li gestirà? Ci mancava solo l?inchiesta di Vita, a sollevare il caso. Era sulla bocca di tutti, qui. Pochissimi ne sono stati felici, quasi nessuno vuole rispondere, spiegare cosa ha raccolto e come.
Rischio generosità
«A San Giuliano sono arrivati così tanti soldi che ci si può costruire un polo universitario, sulle macerie». Don Antonio Mastrantuono sarà anche un piccolo parroco di Larino, ma non è di certo uno che le manda a dire. Animatore e fondatore della comunità di volontariato Il Melograno, denuncia a chiare lettere il rischio che la generosità degli italiani sia troppa e male indirizzata.
Anche al centro operativo mobile (Com) impiantato a Larino dalla Protezione civile a chi telefona viene chiesto di pazientare, lasciare un recapito e non mandare cibo e materiali deperibili o inutili. Anche la Caritas rinnova l?invito a non procedere all?invio indiscriminato di viveri e indumenti.
Il commissario del governo si è offerto di gestire (e controllare) anche i fondi raccolti dai privati, ma la cosa non ha fatto esultare di gioia nessuno, in Molise. All?inizio Regione, Provincia e Comuni hanno persino protestato perché temevano l?arrivo di «appalti tecnici, architetti e ingegneri esterni».
Ma le polemiche e le lamentele di sindaci ed enti locali, che fanno a gara nel dirsi e sentirsi abbandonati, non possono far dimenticare che saranno proprio loro i protagonisti del post terremoto. Proprio in un incontro organizzato con i primi cittadini della provincia di Campobasso colpiti dal sisma, Bertolaso ha garantito l?arrivo immediato di 8 milioni di euro, che verranno consegnati subito per la prima emergenza: 4 milioni ai 14 sindaci di quei paesi dove la scossa è stata fino agli 8.5 gradi della scala Mercalli e che rientrano nella zona del cosiddetto ?cratere? (San Giuliano, Colletorto, Santa Croce, Bonefro, ma anche Montorio e Montelongo, Ripabottoni, Casacalenda), e altri quattro milioni da destinare agli altri 38 paesi periferici rispetto all?epicentro del sisma, vale a dire circa 100mila euro per ciascuno dei centri colpiti di meno. Pochi, si lamentano un po? tutti, se si considera che danni e sfollati ci sono: i media guardano solo a San Giuliano e le casse languono.
La periferia
È il concetto di ?periferia? rispetto al sisma, in una regione di 136 piccoli e piccolissimi paesini spesso abbarbicati sulle montagne e così scomodi da raggiungere da finire dimenticati anche dagli aiuti della Protezione civile, non solo dalle telecamere, a essere in discussione. Bertolaso è uomo serio, tutto d?un pezzo: si muove tra il Com, i paesi terremotati e le tendopoli con l?autorevolezza d?un generale sorretto dal suo battaglione d?élite (tecnici, sismologi, volontari, addetti stampa), ma i problemi non finiscono mai, i rischi anche. Non solo di crolli e case lesionate, che pure abbondano. Impazzano le gelosie municipali, interregionali, politiche. Beghe locali, certo, ma pericolosissime.
«Restiamo fin quando ce lo chiedete, pronti ad andar via in qualunque momento», replica Bertolaso. Ma la Protezione civile deve anche ?far politica? e affrontare, appunto, le critiche ormai palesi di Iorio, che vuole utilizzare gli aiuti «in maniera diffusa» e che parla di «emergenza coordinamento». «Tra tre mesi al massimo», chiede Iorio, anche se il decreto governativo parla di giugno 2003.
Paradossalmente, sembra che Bertolaso vada molto più d?accordo con gli amministratori di sinistra ancora presenti in regione, come molti sindaci del Basso Molise, che con la giunta della Regione che cerca di bypassarlo appellandosi direttamente a Berlusconi.
Tutti e soltanto pronti a spartirsi la torta, dunque, appena va via il commissario unico? «Il Molise si è presentato al Paese con un volto di grande dignità», spiega Giovanni Di Stasi, diessino, ex presidente della Regione ed ex sindaco di Casacalenda, «e sarebbe un peccato se mancasse la trasparenza proprio su questi fondi. Enti locali, sindaci in testa, devono avere un ruolo fondamentale», dice. «Guarderei all?Umbria, come modello».
Il presidente della Provincia e sindaco di Campobasso, Augusto Massa, diessino doc, denuncia: «In Molise non esisteva la Protezione civile in quanto tale, altro che cultura e prevenzione! Manca tutto e Bertolaso va solo ringraziato per tutto quello che sta facendo».
L?assessore regionale ai Lavori pubblici, Antonio Chieffo, ex presidente della Provincia a sua volta, chiede di puntare sulle «opportunità di lavoro», che mancano, e sulla ricostruzione di un tessuto sociale che se si rompe, rischia di far morire il Molise. Il presidente Iorio, invece sorride: «Gli aiuti non sono mai troppi. Se bene utilizzati, ovvio. Il fondo governativo abbisogna di regia unica e di competenze. Ora tocca a noi». Ecco, appunto. Non appena «i riflettori si spegneranno», come ammonisce il vescovo di Termoli e Larino, Tommaso Valentinetti, toccherà ai molisani. Ma alla loro classe politica, non alla gente comune, quella tanto lodata per sobrietà e dignità da tutto il mondo.
Bisognerà tenerlo d?occhio, il Molise.
Info:
Oltre 12 milioni
Raccolta fondi Tg5/ Corriere. «Daremo un aiuto concreto e subito, come promesso» dice il direttore del Tg5, Enrico Mentana, annunciando che il primo obiettivo della fortunata raccolta ?Un aiuto subito?, promossa da Tg5 e Corriere della Sera, sarà la ricostruzione della scuola di San Giuliano. Entro Natale. Di questa e delle altre priorità d?intervento hanno discusso martedì scorso in una riunione il generale dei Carabinieri che guida il Comitato per la raccolta fondi, Giuseppe Richero, e il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. L?ammontare della raccolta ha raggiunto, attualmente, 12,6 milioni di euro, giunti dalle donazioni attraverso CartaSì, Visa, Mastercard (3,1 milioni), Banca Intesa (4,5 milioni), le trasmissioni di Canale 5 (1,8 milioni) e l?invio di Sms Omnitel, Tim e Wind (3,2 milioni). «Vogliamo essere tempestivi» spiega il generale Richero. «Per questo abbiamo deciso di offrire alle popolazioni colpite un supporto abitativo sicuro e pronto subito, nell?attesa della ricostruzione definitiva». Per le famiglie sfollate, infatti, si sta valutando l?acquisto di cottage, per una sistemazione dignitosa. Il Comitato, insomma, ha deciso di puntare a prefabbricati in legno, che saranno direttamente acquistati e resi abitabili (predisposizione del terreno e allacciamenti). «Agiremo in proprio, attraverso procedure privatistiche» continua, «sulla base delle indicazioni del commissario Bertolaso e dei sindaci». Dopo la sistemazione delle famiglie, si vuole privilegiare la ricostruzione delle scuole. Oltre a San Giuliano, sono ?in lizza? gli istituti di Santa Croce, Rotello, Larino.
Per informarsi e donare:
TG5
Oltre 6 milioni
Raccolta fondi Caritas/Rai. Presente sul territorio con una struttura capillare, direttamente al fianco delle famiglie, la Caritas italiana è intervenuta già nella prima emergenza. La Cei ha stanziato 2 milioni di euro, in parte destinati anche all?emergenza in Sicilia. Circa 4 milioni 200mila euro sono stati raccolti invece attraverso le trasmissioni Rai e andranno interamente a sostenere i progetti in Molise e Puglia.
Nella destinazione degli aiuti, l?approccio della Caritas rappresenta un vero modello. Si è costituito il Centro di coordinamento Caritas interregionale (di cui è responsabile don Enzo Ronzitti, direttore della Caritas diocesana di Termoli), per coordinare gli interventi e le risorse. I grandi ?recettori? dei bisogni dei terremotati sono i Centri d?ascolto presso le parrocchie. Grazie a questi avamposti, la Caritas può intervenire subito. «Stiamo lavorando ancora sulla prima emergenza», spiega Maria Rita Olianas, dell?Ufficio emergenze nazionali. «Finora abbiamo distribuito circa 90 quintali di materiale come latte in polvere, indumenti pesanti, materiale igienico, detersivi e disinfettanti.
Ci stiamo organizzando per fornire una cucina e televisioni per le famiglie sfollate sulla costa». A medio termine, ci sono ipotesi di progetti per affiancare la popolazione in un cammino di rinascita, come i centri di comunità (spazi di aggregazione della comunità laddove le parrocchie sono inagibili) e i progetti di sostegno allo sviluppo economico indirizzati alle fasce giovanili.
Per informarsi e donare:
Caritas Italiana
Un comitato per San Giuliano
Ricostruzione monitorata
Tutelare la memoria dei piccoli morti del terremoto, accertare le cause del crollo della scuola e soprattutto dare una mano al domani. Sono gli scopi che si prefigge il neonato comitato ?Vittime della scuola elementare di San Giuliano di Puglia 31/10/2002?, una non profit fondata e costituita ufficialmente dieci giorni dopo il sisma che ha sconvolto quella zona del Molise. «Vogliamo fare chiarezza», spiega Adriano Ritucci, presidente dell?associazione. «Qualcosa non ha funzionato nella struttura e per questo ci siamo voluti svincolare da ogni pressione politica, per essere più liberi». Hanno anche scelto un legale, l?avvocato Carlo Federico Grosso, e contattato un consulente e uno studio commercialista per rendicontare le sottoscrizioni. Avviati anche contatti con importanti fondazioni, «per rifare il paese là dove si trova». Un punto irrinunciabile è la realizzazione di un centro di documentazione sul prima e dopo terremoto: un modo per monitorare l?attuazione degli aiuti.
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