Non profit
Il diritto a vedere. Un occhio di riguardo per i più poveri
La mission di Afmal, Associazione con i Fatebenefratelli: risolvere il sottovalutato problema della cataratta nei Paesi africani, di Angelo Manganello
di Redazione
La luce è vita e Ridare la luce è un progetto concepito dall?Afmal – Associazione con i Fatebenefratelli per i malati lontani per risolvere il sottovalutato problema della cataratta nei Paesi africani. «Nell?Africa subsahariana la cecità rappresenta una grossa emergenza non solo sanitaria, ma anche sociale. Dal punto di vista sanitario, essa colpisce circa 2 milioni di persone che non hanno la possibilità di ricorrere alle cure mediche e chirurgiche», spiega fra Piero Cicinelli, presidente nazionale di Afmal. «Dal punto di vista sociale la cecità obbliga le persone che ne sono colpite ad avere un accompagnatore, un bambino guida che sacrifica la sua infanzia a questo compito».
Il progetto dell?Afmal mira quindi a risolvere sia il problema sanitario sia quello sociale, impegnandosi a formare i medici e gli infermieri africani affinché acquisiscano le conoscenze e le tecniche per curare autonomamente, in futuro, le malattie degli occhi. Un tale progetto implica necessariamente degli investimenti molto elevati, coperti per la maggior parte dal contributo di privati e di alcune aziende.
«Ogni missione costa circa 70mila euro per le protesi oculari e il relativo materiale sanitario, 8mila euro per le spese alimentari, 200 euro per le spese assicurative di ogni volontario che partecipa alla missione» continua fra Cicinelli. Le operazioni sono state realizzate senza l?appoggio finanziario di alcun ente pubblico.
Questo significa che un grande contributo finanziario al progetto è provenuto dalle attività di fund raising della sede centrale a Roma o di quelle decentrate di Genzano, Napoli, Benevento e Palermo, che hanno organizzato iniziative di solidarietà ad hoc.Questo impegno ha permesso di raggiungere gran parte degli obiettivi prefissati, affinché quante più persone potessero tornare a vedere. Dal 2004 e fino a fine giugno 2007 sono state realizzate 11 missioni umanitarie (cinque in Mali, due in Benin, una a Bali, tre in Togo, due in Ghana), per un totale di circa 1.800 operazioni chirurgiche, quasi 5mila visite ambulatoriali e 300 interventi di cataratta. Le difficoltà più rilevanti incontrate sono prima di tutto di tipo organizzativo. Le spese di alloggiamento, trasferimento e trasporto di materiali, attrezzature e persone sono quelle che più pesano sul bilancio finale. Per questo è fondamentale per la buona riuscita del progetto l?intervento dell?Aeronautica militare, in quanto partner in grado di fornire il necessario supporto medico e logistico.
«Il coinvolgimento dell?Aereonautica è nato grazie alla sensibilità di alcune persone che, prendendo a cuore il progetto, hanno pensato di contribuire mettendo a disposizione mezzi e risorse umane. Grazie ai mezzi dell?Aeronautica, infatti, è stato possibile organizzare i viaggi e il trasporto dei materiali in maniera più agevole e soprattutto gratuitamente. L?Aeronautica è diventata quindi partner di Ridare la luce e l?équipe di medici e di tecnici dell?Afmal è affiancata dai medici oculisti dell?Arma. «È grazie a questa partnership che abbiamo potuto permetterci di organizzare più missioni nel corso dell?anno», conclude il presidente.
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