Famiglia

Non Profit: gli italiani donano 117 euro l’anno

E' uno dei tanti dati che risultano da una ricerca voluta dal Summit della Solidarieta' insieme ad Irs, Acri e Unicredito italiano

di Redazione

Il ‘non profit’ vale 8,5 miliardi di euro e gli italiani donano 117 euro l’anno. La fotografia del terzo settore emerge da una ricerca voluta dal Summit della Solidarieta’ insieme ad Irs, Acri e Unicredito Italiano. Ad un numero elevato di donatori e volontari, pero’, si contrappone l’esiguita’ degli utenti. I dati che emergono dalla ricerca mostrano innanzitutto come il settore del ‘non profit’ sia conosciuto solo dal 53,2% degli intervistati. Il 12,2% utilizzano i servizi del settore: il 45,9% soprattutto i settori sport e ricreazione, il 24,6% la sanita’ e il 17,2% i servizi sociali. La sanita’ resta, comunque, il settore che raccoglie la maggior quota di utenti se lo si considera anche come settore secondario. La percentuale degli utenti si assotiglia ulteriormente se si considera l’utilizzo costante e continuo dei servizi ‘non profit’: in questo caso la percentuale degli utenti sulla popolazione totale e’ del 7,9% I donatori risultano pari al 65% degli intervistati. Ciascuno dona in media annualmente 117 euro alle organizzazioni del settore. Sono donazioni poco programmate (poco piu’ del 65% dei donatori dichiara di donare spontaneamente e senza alcuna regolarita’) ed erogate usando poco gli incentivi fiscali, che sono conosciuti dal 52,8% degli intervistati, ma utilizzati solo dal 19,8% dei donatori; chi conosce e usa gli incentivi e’ in media un donatore piu’ generoso, in media dona 212 euro, contro i 92 euro dei donatori che non li utilizzano. Il settore con maggiori donazioni e’ quello della cooperazione internazionale che raccoglie poco piu’ del 23% delle donazioni. Sorprendentemente, quasi il 54% dei donatori non ricorda il settore e le attivita’ sostenute, a riprova del carattere di discontinuita’ delle donazioni. Per i cittadini italiani, il terzo settore merita di ricevere molto di piu’ e il valore aggiunto sociale ammonta a 8,5 miliardi di euro. Le attivita’ svolte dal terzo settore sono ritenute valide principalmente perche’ aiutano a migliorare la societa’, ma anche perche’ vengono percepite come una forma di assicurazione futura in caso di bisogno personale dei servizi offerti. La quasi totalita’ degli intervistati, inoltre, crede nella insostituibilita’ delle attivita’ delle ‘non profit’ con analoghe attivita’ svolte da imprese o da enti pubblici. L’87,8% del campione, poi, donerebbe di piu’ se avesse una maggiore disponibilita’ monetaria. Si tratta pero’ di una risposta piuttosto scontata. Quello della capacita’ reddituale e’ un vincolo solo apparente, mentre piu’ utili sono le indicazioni sui fattori che spingerebbero a donare di piu’. Il 76,45 dei rispondenti donerebbe di piu’ se ci fosse maggiore trasparenza nell’utilizzo del denaro donato. Il volontariato, infine, riguarda solo il 16% degli intervistati. Negli ultimi sei mesi hanno impegnato in media 102 ore del loro tempo sottraendole quasi nel 50% dei casi ad attivita’ ricreative e in poco piu’ del 29% dei casi a responsabilita’ domestiche. Solo il 10% dei volontari ha sottratto del tempo al lavoro retribuito. Il settore preferito dai volontari nel nostro campione e’ quello dei servizi sociali (44,45) seguito a distanza dalla sanita’ (18,8%).


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