Cultura

Casa: anche in Italia allarme bolla immobiliare

Negli ultimi 8 anni mutui in crescita dl 326 %

di Redazione

Prosegue l’allarme di una possibile “bolla” immobiliare. I prezzi degli immobili residenziali crescono senza sosta e i tassi di interesse applicati sui mutui sono aumentati; dove si e’ verificata un’inversione di marcia si e’ trattato di una tendenza effimera di breve periodo.

L’allarme sui prezzi e sui tassi di interesse si trasferisce presto sui mutui che negli ultimi otto anni sono piu’ che quadruplicati. Questi i principali risultati di una ricerca del Centro Studi Sintesi di Venezia, che ha quantificando anche i finanziamenti concessi alle famiglie per l’acquisto di abitazioni.

Duecentotto miliardi di euro di mutui erogati nel 2006, con una variazione rispetto all’anno precedente del +13,3%, secondo stime elaborate su dati di Banca d’Italia: gia’ questi numeri preliminari indicano che la tendenza alla crescita si e’ consolidata e non accenna a rallentare. Negli ultimi otto anni le famiglie italiane hanno piu’ che quadruplicato (+326%) il loro indebitamento nei confronti del sistema creditizio per l’acquisto di immobili, in particolare nelle province del sud Italia (Vibo-Valentia +992,4%, Crotone +824,2%, Cosenza +604,2%, Pescara +563,7%)

Gli italiani si indebitano sempre di piu’ per comprarsi la casa. L’aumento della consistenza dei mutui e’ stato certamente favorito dal livello estremamente basso dei tassi di interesse, successivo all’entrata in vigore dell’Euro, ma ora si potrebbe arrivare ad una situazione insostenibile per le famiglie. Accendere un mutuo costa oggi in media il 5,5% di tasso d’interesse annuo. Il rischio, pero’, e’ che i tassi continuino a salire, visto che la BCE vorrebbe nuovamente aumentare il tasso di riferimento di ulteriori 0,25 punti percentuali nel prossimo autunno.

Tenuto conto che nel solo anno 2006 il rincaro e’ stato di oltre un punto percentuale (+1,25%), il Centro Studi Sintesi ha stimato il peso di questi incrementi all’interno del bilancio familiare, informazione particolarmente preziosa visto che le rate stanno assumendo dimensioni sempre piu’ insostenibili per i redditi piu’ bassi. I dati appaiono alquanto preoccupanti: nel territorio nazionale si prevede una crescita media annuale di 844 euro, che si tradurrebbe in un incremento mensile della rata di 70 euro. L’impatto maggiore si verificherebbe nelle regioni centrali, dove il rincaro annuale potrebbe raggiungere i 1.068 euro. Sono 12 le province italiane in cui l’incremento dovrebbe superare i 1.000 euro nel corso dell’anno; fra queste spiccano la capitale, Roma, con un rincaro di 1.512 euro, Pescara (+1.264 euro), Firenze (+1.213 euro) e Siena (+1.206 euro). Ai lati bassi della graduatoria, al di sotto dei 500 euro di aumento si osservano 22 province italiane; da segnalare i rincari contenuti previsti per le famiglie di Potenza, Vibo Valentia (+324 euro), Frosinone (+358 euro), Reggio Calabria (+361 euro), Enna (+372 euro), Agrigento (+374 euro) e Sondrio (+388 euro).

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