Cultura

Isae: sale la soglia di povertà “soggettiva”

I risultati dell'indagine dell'istituto di ricerca

di Redazione

Sale la soglia di poverta’ soggettiva, cioe’ la percezione che hanno gli individui sull’adeguatezza del proprio reddito familiare necessaria a condurre una vita considerata dignitosa, senza lussi ma senza privarsi del necessario. Dall’indagine mensile che l’Isae ha condotto a luglio il valore e’ risultato pari a circa 1.300 euro mensili per i single e 1.800 euro per le coppie, mentre i nuclei piu’ numerosi raggiungono valori piu’ elevati, ben oltre i 2.000 euro. Nella valutazione, spiega l’istituto, influiscono una varieta’ di fattori, non tutti quantificabili direttamente, di tipo culturale, sociale, psicologico, quali lo stile di vita e le abitudini di consumo, la percezione del costo della vita, le aspettative. Evidentemente, si tratta di un concetto di disagio piu’ ampio di quelli, tradizionalmente rilevati dalle statistiche ufficiali, che fanno riferimento alla poverta’ intesa in senso esclusivamente economico, cioe’ come scarsita’ di risorse: ad esempio, secondo gli ultimi dati dell’Istat, la soglia di poverta’ relativa nel 2005 e’ pari, per una famiglia di due persone, a 936 euro, e in base a tale definizione l’11,1% delle famiglie e’ povero. Non deve quindi stupire che la soglia di poverta’ soggettiva sia sensibilmente piu’ elevata: nell’ultimo periodo di rilevazione tale valore e’ risultato pari a circa 1.300 euro mensili per i single e 1.800 euro per le coppie, mentre i nuclei piu’ numerosi raggiungono valori piu’ elevati, ben oltre i 2.000 euro. Di conseguenza, e’ molto alta la quota di individui i cui redditi familiari sono inferiori a tale soglia, e che quindi ritengono di non avere le risorse per condurre un’esistenza dignitosa: si tratta del 74% delle famiglie. Tuttavia, va rilevato come tale percentuale, in costante crescita fin dal 2003, si sia stabilizzata nell’ultimo periodo di rilevazione.

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