Volontariato

Perché vorrei che Pistorius non cambiasse di corsia

Quasi tutti sono convinti che sia giusto che lui possa gareggiare con i normodotati. Francamente temo che venga smantellata...

di Franco Bomprezzi

La vicenda di Pistorius, l?atleta sudafricano che sta mettendo sottosopra il mondo dell?atletica leggera mondiale, con quelle protesi flessibili, quasi fantascientifiche, ben note a chi segue da sempre il mondo delle competizioni sportive per disabili, si presta a qualche riflessione. Quasi tutti i commentatori, sull?onda emotiva delle immagini del Golden Gala di Roma, hanno dichiarato che Pistorius ha ragione e ha pieno diritto di gareggiare nella categoria dei cosiddetti ?normali?. E chi potrebbe moralmente sostenere il contrario? Pistorius è un atleta eccezionale, che ha saputo con tenacia e grande capacità diventare competitivo (non sempre ma spesso) su tempi che molti atleti normali non riescono a realizzare.

Ma francamente non riesco a condividere l?idea che lui possa regolarmente gareggiare a livello agonistico (altra cosa è una gara dimostrativa come il Golden Gala) utilizzando protesi che teoricamente potrebbero avvantaggiarlo (e sembra che questo avvenga negli ultimi cento metri). Ottimo che questo avvenga, significa che la tecnologia al servizio dei disabili si sta rivelando eccellente, e apre speranze incredibili di risoluzione di problemi che una volta sembravano solo dei sogni. Ma se Pistorius può chiedere questo, oggi, è perché migliaia di atleti disabili, di tecnici, di associazioni sportive, di volontari, ogni giorno favoriscono e accrescono lo sport paralimpico, e danno a tutti, e non solo ai grandi campioni come lui, l?opportunità di gareggiare e di migliorarsi.

Voglio dire che smantellare lo sport per disabili sarebbe un errore catastrofico, anche se è importante gettare sempre il cuore oltre l?ostacolo, e colpire l?immaginario collettivo con questa stupenda idea di normalità. Proprio quella per la quale vivo da sempre.


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