Politica

Black out darfur

Le Nazioni Unite parlano di 200mila morti, il regime di Khartoum ribatte con appena 10mila vittime. Di certo non c’è quasi nulla....

di Joshua Massarenti

L?esito è di quelli drammatici: dopo quattro anni di aspre battaglie tra una pletora di movimenti ribelli e il regime militare sudanese, il conflitto del Darfur ha ucciso, secondo le Nazioni Unite, oltre 200mila persone e costretto più di 2,3 milioni di civili ad abbandonare le proprie terre e villaggi. Le statistiche ci parlano inoltre di 2,1 milioni di sfollati dispersi nelle tre province della martoriata regione occidentale del Sudan (Nord, Sud e Ovest Darfur) mentre altri 200mila fra uomini, donne e bambini sono stati spinti a trovare riparo nel vicino Ciad. Con difficoltà immense, la macchina umanitaria si è messa in moto fino a raggiungere numeri da capogiro: 13mila operatori in forza a 80 organizzazioni non governative e 13 agenzie delle Nazioni Unite forniscono l?assistenza alimentare e sanitaria ormai indispensabile ad almeno il 70% della popolazione del Darfur (7 milioni di abitanti complessivi).

Obiettivi mai raggiunti
Assieme agli operatori umanitari, circa 7mila soldati dell?Unione africana dispiegati dal maggio 2004 pattugliano un territorio vasto quanto la Francia con l?incarico ufficiale «di sorvegliare accordi di cessate-il-fuoco tra le parti in conflitto e di contribuire all?instaurazione di un ambiente sicuro per consentire l?assistenza umanitaria e il ritorno delle persone sfollate e dei rifugiati». Obiettivi mai raggiunti. Basti pensare ai dati diffusi dall?Ocha, l?ufficio Onu di coordinamento degli affari umanitari, che segnala un peggioramento dell?insicurezza nei primi sei mesi dell?anno che hanno costretto 160mila sfollati a ingrossare i 7mila campi profughi sparsi per la regione. Di pari passo, cresce l?insofferenza degli operatori umanitari, spesso oggetti di aggressioni armati da parte delle milizie pro governative Janjaweed e ormai impossibilitati ad accedere al 36% del territorio. «Cifre che parlano chiaro», ha sostenuto John Holmes, vice segretario Onu per gli affari umanitari.

La tragedia ecologica
Già, le cifre. Talvolta possono diventare fonti di grandi polemiche. Nel caso del Darfur, l?effetto è quello di uno tsunami. Lobby afro-americane molto potenti come Save Darfur, spesso interpellate dai media, non esitano a parlare di 400mila vittime fra i civili del Darfur. Altri, come il regime sudanese, giocano al ribasso avanzando l?ipotesi ridicola di 10mila morti. «In realtà», spiega Rachid Said Yacoub, caporedattore della rivista militare TTU Monde arabe, «nessuno è in grado di fornire il numero esatto delle vittime». Secondo Yacoub, la stessa incertezza prevale sul tema della sicurezza: «Nonostante il chiasso mass-mediatico, oggi il numero degli attacchi e delle vittime è inferiore rispetto al 2005. Prima si contavano in media 200 morti al giorno, contro i dieci attuali». Ancor più sorprendente è la testimonianza di Uberto Pedeferri, operatore del Coopi presente nel distretto di El Fasher (Nord Darfur) dal 2004. «Paradossalmente, le ong più a rischio sono quelle che lavorano nei campi profughi e nelle aree non governative. Dalla mia esperienza, è diventato quasi più sicuro intervenire in aree molto remote».«La tragedia di questa regione», insiste Yacoub, «è nata sulla scia di conflitti legati al controllo delle terre». Non a caso, un rapporto pubblicato il 22 giugno scorso dall?Unep, il Programma Onu per l?ambiente, ha definito la guerra del Darfur «il primo conflitto ecologico del XXI secolo». In Sudan, la desertificazione dei suoli nel Nord del Paese ha spinto le popolazioni nomadi verso l?Ovest, più generoso in risorse acquifere. Di pari passo, Khartoum ha invitato negli anni 90 decine di migliaia di giovani disoccupati a ricercare lavoro nella medesima regione (saranno loro poi a comporre il grosso delle milizie Janjaweed). Occupazione ?araba?Lo scontro è stato inevitabile, con conseguenze ambientali devastanti: tra il 1990 e il 2006, il Darfur ha visto sparire il 33% del proprio manto forestale. E se è vero che il dato riportato dall?Acnur, l?Alto commissariato Onu per i rifugiati, secondo il quale negli ultimi due mesi, su invito del regime sudanese, oltre 70mila arabi si sono installati sulle terre occupate dalle etnie ?africane?, in Darfur la pace rimarrà una chimera.


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