Formazione
San Giuliano. Al lavoro Telefono azzurro (e gli sciacalli)
Mentre lo pischiatra israeliano Nati Laor prende servizio, il comitato delle vittime si scaglia - giustamente - contro Repubblica, che oggi ha mostrato senza chiederlo le foto dei bambini
Di solito Nati Laor, psichiatra, direttore del trauma center dell’università di Tel Aviv, cura per conto del Governo le menti dei ragazzi israeliani e palestinesi coinvolti negli attentati. Ora proverà a dare nuova vita alla comunita’ di San Giuliano di Puglia travolta dal terremoto. Laor è arrivato ieri in Molise per iniziativa di Telefono azzurro che nelle zone del sisma è presente con una rete di punti di ascolto e con vari team di esperti. Ad accompagnarlo il presidente dell’associazione, Ernesto Caffo, e la responsabile dei servizi sociali di Tel Aviv, Smader Spirman. Insieme hanno incontrato i responsabili di tutte le strutture che sul territorio si occupano di salute mentale. Hanno parlato con la gente della tendopoli di San Giuliano, con le maestre, con i volontari e con i soldati. ”Stiamo disegnando un progetto sul territorio – ha spiegato Caffo – e nei prossimi giorni saremo di nuovi qui per calarlo nella realta”’. Il presidente di Telefono azzurro ha comunque spiegato che l’obiettivo è di ”partire dalla situazione locale e valorizzare le risorse locali”. All’esperienza con le persone coinvolte negli attentati, il prof. Laor aggiunge quella che si è fatto in Turchia, in un villaggio musulmano colpito dal terremoto e dove erano sopravvissuti 300 bambini. ”Il nostro obiettivo – dice – è di rivitalizzare l’intera comunità perché l’intervento sul singolo non risolve i problemi. Per farlo bisogna dare nuova linfa ad ogni settore, dalla scuola alla chiesa”. Secondo lo psichiatra israeliano, l’obiettivo è quello di trovare tra la gente ”nuove figure guida”. ”Persone che non sanno di essere ‘importanti’ – ha spiegato – ma che possono diventarlo. Soggetti in grado di affiancare, senza comunque sostituirli, i leader istituzionali. Penso a delle voci nuove”. Il gruppo dell’esperto israeliano e Telefono azzurro intendono incentivare questo processo attraverso la loro iniziativa in Molise. ”Bisogna anche recuperare – ha evidenziato l’esperto israeliano – le persone attive, convincendole ad impegnarsi per il cambiamento. La comunità deve investire sul futuro, altrimenti nasceranno problemi sempre maggiori”. Il prof. Laor ha detto di pensare alle insegnanti come ”mediatori del processo”. ”Serve – ha affermato ancora – una regia coordinata del processo per evitare confusione e unire le risorse”. Il prof. Laor ha giudicato negativamente la scelta di trasferire parte della popolazione lontano da San Giuliano, pur comprendendo le esigenze logistiche legate all’emergenza. ”Sarebbe importante – ha sottolineato – non disperdere la comunita’ o almeno fare in modo che la separazione sia solo momentanea. Studi fatti in passato hanno dimostrato che le persone allontanate dai loro paesi hanno evidenziato più sintomi di disagio rispetto agli altri. La specificità del territorio e la sua storia rappresentano valori importanti”. Laor ha quindi fatto un paragone tra le conseguenze che subiscono i bambini scampati al terremoto e quelli coinvolti in attentati. ”L’attentato – ha affermato lo psichiatra – e’ un atto di violenza umana e proprio il coinvolgimento degli uomini porta i piu’ piccoli a perdere la fiducia. Per questo le conseguenze sono peggiori, ancora di più per i bambini palestinesi ai quali mancano mezzi e cultura”. Riguardo alla situazione attuale delle zone terremotate, Caffo ha invece detto che i bambini stanno manifestando ”una apparente apertura, mentre i genitori hanno grande bisogno di parlare dei problemi dei loro figli”. Le difficoltà – ha affermato il presidente di Telefono azzurro – emergeranno però nei prossimi mesi e il Natale sarà un momento delicatissimo. Secondo Caffo, inoltre, tv e giornali ”sono entrati troppo nella vita dei bambini. ”Questa era una zona – ha sottolineato – isolata dal mondo mediatico. Ora bisogna fare attenzione – ha concluso Caffo – e rispettare la ‘Carta di Treviso”’.
Neanche aveva finito di dirlo, Caffo, ed ecco che si apprende, a San Giuliano, che il quotidiano Repubblica oggi ha effettuato una “bella” operazione di sciacallaggio proprio sui visi, le storie e le vite stesse dei bambini di San Giuliano che, vivi o morti che fossero, sono stati sbattuti in prima pagina. Ecco perché il Comitato ”vittime della scuola elementare 31/10/2002” di San Giuliano di Puglia si dice ”profondamente scosso ed amareggiato dalla continua pubblicazione non autorizzata delle foto e delle immagini dei bambini vittime del terremoto”. ”E’ assolutamente indegno per un paese civile – si legge in una nota – speculare sul dolore di persone già così profondamente ferite. Invitiamo tutti gli organi preposti al controllo ed alle sanzioni ad intervenire tempestivamente per interrompere questa inutile e dannosa pratica”. Il Comitato fa appello ”alla sensibilità di tutti, ed in particolare delle autorità istituzionali ed associative, affinché proteggano i genitori delle vittime in questa delicata situazione” annunciando che interverrà ”legalmente” in tutte le situazioni in cui sarà necessario farlo.
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