Famiglia
Cooperazione: nasce Agire
E' la sigla dell'Agenzia italiana risposta alle emergenze. L'hanno cositutita sei ong che l'hanno presentata a Roma
di Redazione
Si chiama Agire, l’Agenzia Italiana Risposta alle Emergenze, nata dalla volontà di sei organizzazioni internazionali, quali ActionAid, Amref, Save the Children, Terre des Hommes, Vis e WWF, e presentata oggi alla stampa. Il progetto si ispira al modello dei “comitati emergenze” già esistenti in altri paese europei. In particolare il modello di riferimento è il Disasters emergency committee inglese attivo dal 1963 e che vede riunite le 13 principali organizzazioni del paese. L’agenzia italiana prevede che allo scoppio di una crisi internazionale venga lanciato un appello nazionale per la raccolta di fondi, avvalendosi di una rete di partner strategici, come media, gruppi bancari, compagnie telefoniche ed enti locali, per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica e moltiplicare i canali di raccolta dei fondi utili per avviare da subito i primi interventi. Marco Bertotto, direttore di Agire, spiega che l’agenzia non interverrà in tutte le emergenze. In particolare verranno seguiti tre criteri guia: gravità della crisi, tale da richiedere una risposta umanitaria immediata; effettiva capacità delle ong di intervenire; particolare sensibilità dell’opinione pubblica e adeguata informazione che consentano di prevedere il successo di un appello pubblico alla raccolta dei fondi. “Lo scopo di Agire è mobilitare la cosiddetta società civile organizzata, quali le ong, e la cittadinza, ossia raccogliere fondi”, ha precisato il Presidente di turno dell’agenzia, Marco De Ponte. Bertotto ha portato come esempio quanto avvenuto per lo tsunami del 2005, quando in Italia vennero raccolti oltre 50 milioni di euro per gli interventi umanitari, poi affidati alla Protezione civile, mentre la Dec inglese riuscì a raccogliere oltre 500 milioni di euro (350 milioni di sterline). Il funziomente dell’agenzia prevede quindi che nei mesi successivi al lancio dell’appello e fino alla completa realizzazione dei programmi di aiuto, l’opinione pubblica italiana sia continuamente informata sull’utilizzo dei fondi e sui risultati raggiunti. Le sei ong che hanno aderito da subito al progetto sono presenti oggi in 122 paesi del mondo. “Speriamo che alla lista delle Ong fondatrici si avvicino altre organizzazioni”, è stato l’auspicio del direttore. “A condizione che siano accettate le regole di condotta e trasparenza già approvate”, ha aggiunto De Ponte.
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