Formazione
Acli: la sfida educativa è la prima emergenza sociale
A Catania, dal oggi a domenica, l'iniziativa cui parteciperanno anche don Antonio Mazzi e Savino Pezzotta
Ad oltre un anno di distanza dai tragici fatti di Catania – la morte dell’ispettore Raciti duranti gli scontri fuori lo stadio Massimino – le Acli riaprono il capitolo del dialogo e della riconciliazione sociale raccogliendo l’appello dell’Arcivescovo Salvatore Gristina: un tavolo comune tra le istituzioni, i sindacati, le scuole, le parrocchie e le associazioni per reagire al malessere sociale, di cui i giovani sono le prime vittime. Nasce così la tre giorni di Catania dedicata al tema dell’educare, dal oggi fino a domenica, perché «la sfida educativa – sostengono le Acli siciliane nel documento preparatorio – è la prima emergenza sociale, se davvero vogliamo ridare ai nostri giovani la possibilità di ‘scegliere il futuro’». E vengono richiamate le parole degli studenti del Liceo classico Spedalieri, da una lettera aperta che toccò molte coscienze: “noi abbiamo bisogno che qualcuno ci aiuti a trovare il senso del vivere e del morire, qualcuno che non censuri la nostra domanda di felicità e di verità”.
A questa domanda tenteranno di rispondere le Acli con l’aiuto di interlocutori autorevoli. Presso l’hotel Perla Jonica di Capo Mulini Acireale si alterneranno, infatti, diversi relatori a partire dal pomeriggio di oggi, venerdì 13. Tra questi: Pietro Barcellona, ordinario di filosofia del diritto all’Università di Catania, don Antonio Mazzi, Savino Pezzotta e il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero. Domenica mattina la conclusione del convegno con la messa presieduta dall’Arcivescovo di Catania.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.