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Legge 185: se ne riparla venerdì in Aula al Senato

Oggi la notizia che il ddl 1547 è stato calendarizzato a Palazzo Madama. Il senatore Tino Bedin: "Mi auguro sia solo un atto formale. Non si può esaurire in due ore un argomento come questo"

di Benedetta Verrini

“La legge sul commercio delle armi riemerge dal disinteresse della maggioranza di governo”. Così il senatore Tino Bedin (Margherita-Ulivo), capogruppo in commissione Difesa, commenta la notizia della calendarizzazione del ddl 1547 per il prossimo venerdì 15 novembre, in Aula al Senato. “Era ?sparita? dal 24 settembre, quando per l?ennesima volta la maggioranza aveva fatto mancare il numero legale nelle commissioni riunite Esteri e Difesa – continua il senatore, che da mesi segue l’iter del disegno di legge – Ricompare 50 giorni dopo in un giorno del tutto speciale: solitamente al venerdì non c?è Aula al Senato e in particolare venerdì 15 è l?ultimo giorno utile prima dell?inizio dell?esame della legge Finanziaria a Palazzo Madama”. Questo inatteso “rientro in scena” fa salire l’attenzione della società civile, proprio mentre altri cittadini ed enti locali sottoscrivono la Campagna “In difesa della 185”. Abbiamo chiesto al senatore Bedin se c’è la possibilità che venerdì prossimo il ddl venga discusso o addirittura posto in votazione. L’ipotesi appare abbastanza improbabile, anche se l’attenzione resta alta: “Io mi auguro che sia un atto formale la riapparizione della modifica della legge 185 in quel giorno – commenta il senatore – E che la discussione avvenga dopo la legge Finanziaria, il che significa all?inizio del prossimo anno. Credo si possa pretendere che un argomento che è oggetto di grande attenzione da parte dell?opinione pubblica non solo non si esaurisca in due ore, ma neppure che il dibattito venga spezzettato”. “Si tratta infatti di un argomento che va analizzato in maniera approfondita in Aula, visto che la maggioranza non ha consentito di farlo nelle commissioni Esteri e Difesa – prosegue Bedin – Occorre che l?Italia partecipi a un?industria europea della Difesa da protagonista. Occorre che le precauzioni, i controlli parlamentari, la trasparenza nelle transazioni finanziarie che caratterizzano l?attuale legge italiana sul commercio delle armi siano conservate e, possibilmente, siano utilizzate anche da altri paesi, come l?Accordo europeo di Farnborough (che dobbiamo ratificare) consente; invece, il disegno di legge del governo, andando fuori ed oltre l?Accordo europeo, rende inapplicabili proprio le norme italiane. In questi cinquanta giorni di ?silenzio? di governo e della maggioranza si sono tenuti ben vivi sia molti Comuni, che hanno votato ordini del giorno in difesa della legge 185, che i cittadini che a decine di migliaia hanno aderito alla Campagna nazionale per la trasparenza nel commercio delle armi”.

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