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Stranieri in classe il parlamento non ne sa niente

Un caso esemplare di distanza tra il Palazzo e la realtà. Un’esperta boccia la politica, per incompetenza palese...

di Emanuela Citterio

Tante esortazioni generiche, scarsa conoscenza del problema, poche soluzioni concrete. Se potesse dare un voto ai progetti di legge parlamentari sull?integrazione degli alunni stranieri, Milena Santerini, docente di Pedagogia interculturale all?università Cattolica di Milano, starebbe sotto il 18. La posta in gioco è la sfida più rilevante che attende la scuola italiana il prossimo settembre: i ragazzi figli di immigrati il prossimo anno supereranno quota 500mila, di cui oltre 110mila in Lombardia. Il 4 luglio alla Camera dei deputati sono state votate sei mozioni presentate dai diversi schieramenti politici sulle misure da prendere per la loro integrazione. Ma «le proposte sono vaghe e alcuni passaggi persino incostituzionali», fa notare la Santerini, che le ha passate al vaglio una ad una. «I parlamentari mi sembrano poco aggiornati», rincara la dose la docente della Cattolica, «dall?ottobre di quest?anno è attivo presso il ministero della Pubblica istruzione un osservatorio per l?inserimento degli alunni immigrati che ha appena finito di redigere un rapporto con linee programmatiche, poi c?è stato un seminario a Rimini con tutti i dirigenti scolastici che hanno un?alta concentrazione di ragazzi immigrati nelle loro strutture, da cui sono uscite delle proposte precise.

Ma nessuna di queste mozioni dimostra di esserne al corrente». Tra le sei mozioni sono state approvate quelle dell?Ulivo e di Forza Italia, e alcuni passaggi di quelle di Alleanza Nazionale e Udc. Ma la Santerini punta il dito su un passaggio in particolare, che propone di «limitare durante l?anno in corso l?ingresso di alunni provenienti da Paesi stranieri». È contenuto in una delle mozioni approvate, quella di Forza Italia, votata anche dal centrosinistra nonostante il parere negativo del governo. «In Italia esiste la legge 349 del 99, che dice che l?iscrizione a scuola dei bambini immigrati avviene nei modi e nelle condizioni previste per i minori italiani. E che può essere richiesta in qualunque periodo dell?anno scolastico. È velleitario perciò parlare di filtro, o di regolare gli accessi. Bisogna ricordare che ci sono dei principi di rispetto dei diritti dell?infanzia sanciti come diritti del fanciullo dalla nostra Costituzione».


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