Welfare

Prepensionamento genitori disabili: interrogazione a Ferrero

Un gruppo di onorevoli presenterà l'interrogazione nel pomeriggio

di Sara De Carli

Gli onorevoli SATTA, FABRIS, ROCCO PIGNATARO, DEL MESE, GIUDITTA, D’ELPIDIO, CIOFFI, ROSSI GASPARRINI, ADENTI, AFFRONTI, MORRONE, PICANO, LI CAUSI e CAPOTOSTI presenteranno oggi pomeriggio un’interrogazione al Ministro della solidarietà sociale sull’inserimento nella discussione in corso sulle pensioni anche della proposta di legge per il prepensionamento di chi assiste un figlio disabile grave. Ecco il testo.

Premesso che:
i genitori che assistono un figlio portatore di handicap in condizioni di particolare gravità, tali da impedirgli di espletare autonomamente le attività fondamentali della vita quotidiana, svolgono ogni giorno un lavoro di cura che andrebbe sostenuto e valorizzato in ogni modo, anche sotto l’aspetto psico-affettivo, consentendo alla persona portatrice di handicap di essere amorevolmente curata e assistita nell’ambito familiare, piuttosto che essere affidata ad istituti, le cui prestazioni, tra l’altro, vengono pagate in massima parte dallo Stato;
la legge 5 febbraio 1992, n. 104, «Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate», stabilisce i principi dell’ordinamento in materia di diritti, integrazione sociale e assistenza delle persone portatrici di handicap;
la legge 8 novembre 2000, n. 328, «Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali», riconosce e sostiene il ruolo centrale della famiglia nella formazione e nella cura della persona portatrice di handicap, nonché nella promozione del suo benessere, affermando, all’articolo 16, la necessità per lo Stato di sostenere e valorizzare «i molteplici compiti che le famiglie svolgono sia nei momenti critici e di disagio, sia nello sviluppo della vita quotidiana»;
in attuazione di simili disposizioni, il riconoscimento del diritto al prepensionamento per lavoratori e lavoratrici che assistono familiari affetti da handicap grave consentirebbe di migliorare in maniera sostanziale la vita dei soggetti affetti da patologie altamente invalidanti, determinando altresì un evidente risparmio per lo Stato, grazie all’eliminazione dei costi sostenuti a causa delle inevitabili assenze dal posto di lavoro dei lavoratori che assistono un familiare gravemente disabile;
su questo stesso problema l’onorevole Fabris, in data 11 aprile 2007, con interrogazione a risposta immediata in Assemblea n. 3-00800, ebbe già modo di interrogare il Ministro interrogato, il quale in tal sede affermò che «sarebbe opportuno riconoscere il lavoro di cura svolto da queste persone, in modo da consentire loro di ottenere il collocamento anticipato in quiescenza», impegnandosi a discutere della questione con il Ministro del lavoro e della previdenza sociale;
peraltro, nulla di concreto è stato ancora fatto in questa direzione

chiediamo se, nell’ambito dell’attuale discussione concernente la riforma delle pensioni, il Ministro interrogato intenda mantenere gli impegni precedentemente assunti al fine di valorizzare e sostenere il lavoro di cura prestato nei confronti di familiari affetti da patologie altamente invalidanti, garantendo ai lavoratori e alle lavoratrici italiane interessate dal problema dell’assistenza a persone disabili il diritto al collocamento anticipato in quiescenza.


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