Volontariato

Club Vita: ieri sera a Brescia incontro con Rifkin

Tra gli organizzatori Banche Credito Cooperativo Bresciane, Popolis, Fondazione Civilta' Bresciana, e il settimanale VITA .

di Redazione

”Comunita’ locale e sviluppo globale: l’alleanza possibile fra economia e cultura” e’ il tema del convegno al quale questo pomeriggio interverra’ Jeremy Rifkin presso il Centro Pastorale Paolo VI di Brescia. Tra gli organizzatori le Banche Credito Cooperativo Bresciane, Popolis, la Fondazione Civilta’ Bresciana, e il settimanale VITA Non Profit Magazine. ”Attori, apparentemente molto disomogenei tra di loro per vocazione e attivita’ svolte, ma – spiega un comunicato – che si sono trovati uniti nel promuovere un momento di qualificato confronto e riflessione su temi che non e’ piu’ possibile ignorare. La loro matrice comune e’ rappresentata dall’interesse per la comunita’ locale sotto le varie facce che puo’ assumere: cultura, territorio, economia, sociale. In tempi in cui il rischio non e’ piu’ di estinzione biologica, ma culturale, in un contesto in cui la parola globale e’ sempre piu’ sinonimo di annullamento di un’identita’ culturale locale, di spersonalizzazione di prodotti e processi, la salvaguardia del locale come identita’ vera che caratterizza l’uomo nella sua interezza, come persona, imprenditore, utente di beni e servizi, diventa non un gioco, non un vezzo anticonformista, ma una necessita’. Se sulla carta i nobili intenti di recupero e sviluppo della comunita’ locale sembrano di facile realizzazione, di fatto la realta’ prova il contrario: innanzitutto cio’ presuppone che si possa parlare di comunita’ locale e per farlo deve esistere da parte di cittadini, imprese, organizzazioni non profit private e enti pubblici che gravitano sul territorio un elevato senso di appartenenza, di consapevolezza, di conoscenza della storia e delle origini che li accomunano. Solo partendo da questo terreno fertile e’ possibile coltivare progetti e strategie che mirano al massimo radicamento nel locale per poter realizzare, senza paure o pericoli, la massima apertura nel globale, apertura che non lascia alternative in un mondo in cui, per dirla alla Rifkin, o sei connesso o sei out”. Jeremy Rifkin tra le sue osservazion, e’ noto che ha recentemente riconosciuto il merito del mondo imprenditoriale su base locale dicendo che ”nel prossimo futuro, quello delle piccole e medie imprese italiane sara’ il modello vincente”; e questo significa si’ che ”piccolo e’ bello”, ma solo se, continua il guru della new economy, si produrra’ localmente per vendere globalmente. Rifkin ritiene inoltre indispensabile che la comunita’ locale sia forte e presente e che sviluppi un adeguato grado di empatia e di condivisione di valori senza i quali ”la fiducia sociale e il capitale sociale inaridiranno e non esisteranno le basi per il commercio e gli scambi”. La globalizzazione dunque puo’ essere un’opportunita’ straordinaria, ma puo’ pero’ rappresentare il declino per un sistema non sufficientemente strutturato in cui la disgregazione etica cioe’ il venir meno di valori condivisi ci rende piu’ fragili, aggredibili e facilmente sostituibili con quanto proposto dalla globalizzazione. ”La societa’ civile che ha sfilato a Firenze puo’ dare risposta a tutto cio’ che chiedono i giovani: un mondo pulito, equo e giusto. Ma per riuscirci la parola d’ordine e’ organizzarsi. Creare una rete di collegamenti fra i vari gruppi e associazioni, dare vita a un network che possa agire e fare pressione a livello politico. Nelle comunita’, nelle citta’, nelle nazioni e in tutta Europa. E’ questa la strada per una nuova democrazia e per una globalizzazione concepita dal basso”. Lo ha detto l’economista americano Jeremy Rifkin intervenendo all’incontro ”Comunita’ locale e sviluppo globale. L’alleanza possibile fra economia e cultura” promosso dal Credito cooperativo italiano. E ha aggiunto: ”Lo scontro del nostro secolo e’ fra una globalizzazione dall’alto e la lotta per conservare la propria identita’ culturale e locale. E’ in cio’ che il Social Forum e’ prima di tutto un grande movimento culturale che oggi deve organizzarsi e porre cultura e identita’ in primo piano. Davanti all’egemonia di economia e governi”. Un contributo alla difesa dell’identita’ locale, ha sottolineato Rifkin, viene dalla fiducia e dalla coesione sociale generate dalle banche locali che possono essere istituzioni al servizio della comunita’ mantendendo in loco la ricchezza creata. Le banche locali possono cosi’ stringere alleanze con i soggetti della societa’ civile per rinforzare le culture locali.


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