Formazione
Armi, spazio e ricerca: Relazione 2007
Sempre meno esaustiva la Relazione 2007 dell'Associazione Industrie per l'Aerospazio, i sistemi e la Difesa non contempla grandi novità. Ecco come è cambiata la relazione dal 2001 a oggi
di Giulio Leben
Sono 106 le aziende associate, ma scordatevi di sapere a quanto ammonta il fatturato complessivo. La relazione annuale dell’Associazione Industrie per l’Aerospazio, i Sistemi e la Difesa, la confindustria del settore armiero, tralascia infatti molte delle informazione a cui eravamo abituati. Il documento, pubblicato online, si limita a registrare accordi, a elencare sigle per lo più sconosciute, e poco altro. Basti pensare che si tratta di un documento di appena 26 pagine. E basti confrontarlo con le relazioni degli anni passati, che VITA è riuscita a recuperare e che possono essere scaricate in allegato all’articolo. Le pagine del documento erano 66 nel 2001, 77 nel 2002, 45 nel 2003, 39 nel 2004, 24 nel 2005, 24 nel 2006, e 26 quest’anno. Un lento, ma progressivo quasi smantellamento sia nei contenuti che nelle dimensioni.
Certo, il fatturato potrebbe essere recuperato sommando quelli di tutte le singole aziende associate. Certo, tra le righe si potrebbe intuire quali sono le intenzioni dell’associazione nel prossimo futuro. Ci si potrebbe addirittura sbilanciare e dire che l’Italia fa ottimi affari sul mercato americano, così come è attenta all’evolversi della struttura di difesa delle Federazione russa, ma, con buona pace di chi coerentemente ha redatto la relazione di quest’anno, questi ? come d’altro canto l’interesse da parte del settore armieri di regolamentare il mercato europeo ? sono tendenze in atto da anni e impegni ormai dati per acquisiti.
Nessuna novità dunque dalla relazione di quest’anno? Poche. Una è sicuramente quella dedicata al progetto ACARE-Italia, costituito nel corso dell’anno, si tratta di un gruppo di lavoro membro dell’europeo Advisory Council for Aeronautics Research in Europe a cui Aiad ha cominciato a partecipare in modo attivo dimostrando particolare impegno e vivacità. Non mancano poi alcune preoccupazioni. Nel documento si legge: ?I mutati scenari militari hanno condotto le Nazioni impegnate in operazioni fuori area a schierare nei teatri operativi un numero sempre crescente di mezzi di elevata sofisticazione tecnica; ad esempio i mezzi impiegati in campo terrestre da semplici vettori logistici sono divenuti vere e proprie piattaforme d?arma, sempre più versatili e protette per fronteggiare la crescente minaccia costituita dalle mine e dagli ordigni esplosivi artigianali. ? Da cui ? ne deduce l’Aiad ? ?Fondamentale è dunque affrontare il nodo collaborazione pubblicoprivato, prevedendo ad esempio un crescente supporto agli attuali Poli di Mantenimento o Arsenali, strutture che stanno velocemente perdendo efficacia per il veloce avanzare delle nuove tecnologie ed il cui personale civile è ormai ad esaurimento.? Sarà. Ma l’impressione generale è che, ancora una volta, trovato uno strumento di trasparenza e conoscenza, come a tratti era la Relazione annuale AIAD fino a qualche anno fa, questo si sia progressivamente deteriorato finendo per destare poco o nessun interesse.
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