Cultura

Padre Bossi: dubbi su sequestro al Qaeda

Inchiesta dell'agenzia di stampa Asia News alimenta scetticismo sl fatto che il missiuonario italiano sia stato rapito da terroristi islamici

di Redazione

Emergono molti dubbi sulla possibilita’, sostenuta dal governo di Manila, che a rapire Padre Bossi sia stato il gruppo islamico Abu Sayyaf, legato ad Al Qaeda. L’agenzia di stampa AsiaNews ha raccolto il parere di esperti delle Filippine e dei confratelli del missionario cattolico, tutti piuttosto scettici. Lo e’ in particolare Padre Luciano Benedetti, che ha seguito da vicino gli sviluppi del sequestro avvenuto il 10 giugno scorso nella parrocchia del villaggio di Payao: “Da quello che sappiamo, direi piuttosto che e’ trattenuto in ostaggio da una banda di criminali”, ha dichiarato dalla sede del Pime (Pontificio istituto per le missioni estere) di Zamboanga, nelle isole meridionali delle Filippine. Nel Paese sono attese per il 15 luglio le nuove norme antiterrorismo che daranno poteri quasi illimitati all’esercito di Manila. “Indicare gli estremisti islamici come i responsabili del sequestro aprirebbe la strada a un blitz militare che potrebbe essere molto pericoloso per la sorte dell’ostaggio”, riferiscono esperti delle Filippine all’agenzia AsiaNews. Secondo gli esperti, accreditando la pista del terrorismo islamico “il governo punta a ricevere aiuti sostanziosi dagli Stati Uniti” ma “ci sono molte incongruenze” come il fatto che “nessuno ha ancora avuto contatti per i rapitori” e che Abu Sayyaf non chiede mai soldi in cambio di informazioni sulla vita dell’ostaggio. Infine, dicono gli esperti, l’area di Payao non e’ terreno d’azione dei radicali islamici. E’ piu’ probabile che si tratti di ex combattenti del Fronte di liberazione islamico Moro, trasformatisi in bande di comuni malviventi assetati di denaro, e non piu’ estremisti in lotta per la loro causa.

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