Cultura

Politica: Olivero (Acli), referendum ultima ratio per arginare la crisi

Sul PD: «Non basta un nuovo partito per rinnovare la politica. La visibilità dei cattolici è importante, ma la ‘differenza cristiana’ è nello stile oltre che nei contenuti»

di Redazione

«Il referendum elettorale per il quale si stanno raccogliendo le firme tra i cittadini in tutta Italia ha assunto ormai il carattere di ultima ratio di fronte alla crisi della politica che investe tutti, destra e sinistra, conservatori e riformisti». Lo ha affermato il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero, a Roma, introducendo il terzo Incontro nazionale degli amministratori aclisti, l?assemblea dei rappresentati politici degli enti locali provenienti dalle fila delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani.

«Per troppo tempo Berlusconi ha rappresentato l?alibi del Centro-sinistra di fronte alla gravità della sitiazione politica ? ha spiegato Olivero ? Molti hanno pensato, nei suoi anni di governo, che la situazione di crisi, che appariva già estrema, fosse legata soprattutto alla sua leadership ma, evidentemente, si illudevano. Oggi è chiaro che siamo di fronte ad una crisi di sistema che investe tutti. Costi esagerati e sprechi ingiustificabili, ?inciuci? con il mondo degli affari e corruzione conclamata, immobilismo e deficit di rappresentanza: dopo 15 anni di retorica inconcludente sulla riforma della politica siamo al punto di partenza. Più stanchi di prima, però. Da Tangentopoli a Vallettopoli siamo passati dalla rivincita della legalità alla palude pericolosa dell?anti-politica. In cui la crisi della politica si fa crisi del sistema democratico, delle sue istituzioni, della rappresentatività, dello stesso mondo dei media sempre più chiusi in un circuito di autorefenzialità. Il rischio è che il malessere dei cittadini da indignazione diventi ?sfascismo?, un misto di sfiducia, cinismo e istinto di sopravvivenza che renderebbe forse tardiva ed illusoria ogni uscita di sicurezza».

Sul costituendo Partito Democratico Olivero afferma: «Qualcosa inizia a muoversi ma non è sufficiente creare un nuovo partito per rinnovare la politica. Occorre sapere ?inventare? e introdurre nuove forme di partecipazione dal basso. Le primarie sono uno degli strumenti possibili ma non bastano. Come saprà garantire il nuovo partito il coinvolgimento dei cittadini, la trasparenza, il controllo, la possibilità di incidere nelle scelte fondamentali?». E sulla questione cattolica: «La visibilità dei cattolici nel PD è importante ma non può esaurire il dibattito. Determinante sarà il contributo che i cattolici riusciranno dare sia in termini di contenuti che di stile, politico e personale. Così la ?differenza cristiana? si rende davvero visibile. E questo vale per entrambi gli schieramenti».

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