Volontariato

Nel 2006 tornano a riempirsi le culle, grazie agli immigrati

I dati del Bilancio demografico nazionale relativo al 2006 stilato dall'Istat

di Redazione

Tornano a riempirsi le culle nel ‘Bel Paese’.Nel corso del 2006 sono infatti nati 560.010 bambini, 5.988 in piu’ rispetto all’anno precedente. Sono soprattutto le regioni del Centro e del Nord a veder aumentare i ficchi azzuri e rosa mentre nel Sud e nelle isole rimane la tendenza alla diminuzione dei nuovi nati. E’ quanto emerge dal ”Bilancio demografico nazionale” relativo al 2006 stilato dall’Istat che avverte che ”tale tendenza e’ da mettere in relazione alla meggior presenza di stranieri regolari”. La fotografia tracciata dall’Istituto di Statistica rivela quindi che al 31 dicembre 2006 la popolazione complessiva italiana e’ di 59.131.287 unita’, contro i 58.751.711 del 2005. Nel 2006, quindi, si e’ registrato un incremento della popolazione residente di 379.576 unita’, pari allo 0,6 per cento, dovuto quasi completamente alle migrazioni dall’estero e alle rettifiche post-censuarie. Complessivamente, infatti, la variazione di popolazione e’ stata determinata dall saldo del movimento naturale pari a +2.118 unita’, dal saldo del movimento migratorio con l’estero pari a +222.410, da un incremento dovuto alle rettifiche post-censuarie e al saldo interno pari a +155.048 unita’.

La crescita della popolazione, pero’, non e’ uniforme su tutto il territorio nazionale. Si conferma anche per il 2006 un movimento migratorio, sia interno sia dall’estero, indirizzato prevalentemente verso le regioni del Nord e del Centro, e un saldo naturale che risulta positivo solo nelle regioni del Sud e nelle Isole. Il particolare incremento di popolazione registrato nell’Italia centrale, avverte l’Istat, e’ dovuto per circa due terzi ai risultati della revisione dell’anagrafe a seguito del censimento del 2001, effettuata dal Comune di Roma nel corso dell’anno 2006. La distribuzione della popolazione residente per ripartizione geografica assegna ai comuni delle regioni del Nord-ovest 15.630.959 abitanti (il 26,4 per cento del totale), a quelli del Nord-est 11.204.123 (il 18,9 per cento), al Centro 11.540.584 (il 19,5 per cento), al Sud 14.079.317 (il 23,8 per cento) e alle Isole 6.676.304 (l’11,3 per cento). Tali percentuali risultano pressoche’ invariate rispetto all’anno precedente: si rileva solo un lieve incremento della quota di popolazione del Centro a scapito di quella del Sud.

Aumenta anche la percentuale dei cittadini stranieri rispetto alla popolazione residente. La stima della quota di stranieri sulla popolazione totale e’ pari a 5 stranieri ogni 100 individui residenti , e risulta in crescita rispetto al 2005 quando era di 4,5 stranieri ogni 100 residenti. L’incidenza della popolazione straniera e’ piu’ elevata in tutto il Centro-Nord (rispettivamente 7,2 e 6,8 per cento nel Nord-est e nel Nord-ovest e 6,4 per cento nel Centro), mentre nel Mezzogiorno la quota di stranieri residenti e’ dell’1,6 per cento circa. Quanto al saldo naturale, l’Istat rileca che nel corso del 2006 sono nati 560.010 bambini (5.988 nati in piu’ rispetto all’anno precedente) e sono morte 557.892 persone (9.412 in meno rispetto all’anno precedente). Pertanto il saldo naturale, dato dalla differenza tra nati e morti, e’ risultato pari a 2.118 unita’, leggermente positivo come nel 2004, primo anno di interruzione della serie negativa a partire dal 1993. Il numero dei nati e’ in aumento rispetto all’anno precedente. L’incremento si registra soprattutto nelle regioni del Centro (+2,6 per cento), del Nord-Ovest (+2,5 per cento) e del Nord-Est (+1,8 per cento), mentre nelle regioni meridionali (-0,9 per cento) e nelle Isole (-1,3 per cento) permane la tendenza al decremento. Complessivamente, si conferma una tendenza all’aumento nel lungo periodo: l’ammontare complessivo di nascite risulta piu’ elevato di quello relativo a tutti i 12 anni precedenti, a eccezione del 2004.

Tale tendenza e’ da mettere in relazione alla maggior presenza straniera regolare. Negli ultimi 12 anni, infatti, l’incidenza delle nascite di bambini stranieri sul totale dei nati della popolazione residente in Italia ha fatto registrare un fortissimo incremento, passando dall’1,7% al 10,3% del totale dei nati vivi; in valori assoluti da poco piu’ di 9 mila nati nel 1995 a quasi 58 mila nel 2006. In particolare, nelle regioni del Centro-Nord si registrano valori percentuali di gran lunga superiori alla media nazionale. Si tratta delle aree del Paese con una tradizione migratoria piu’ forte e con una presenza straniera piu’ stabile e radicata. Infatti, nelle due ripartizioni del Nord i bambini nati da genitori stranieri sono circa il 16%; tale incidenza si attenua nelle regioni del Centro (12 nati stranieri ogni 100 nati) per ridursi notevolmente nel Mezzogiorno (solo 2 bambini stranieri ogni 100). Il tasso di natalita’ varia da 7,5 nati per mille abitanti in Liguria a 11,1 nella provincia autonoma di Bolzano, rispetto ad una media nazionale di 9,5 per mille. Tra le regioni del Nord-ovest il tasso di natalita’ piu’ elevato si registra in Lombardia (10 per mille) e Valle d’Aosta (10 per mille). Nel Nord-est, registrano un tasso di natalita’ superiore alla media nazionale Bolzano e Trento (11,1 e 10,3 nati per mille abitanti) e il Veneto (9,9 per mille). Le regioni del Centro presentano tutte, tranne il Lazio (9,8 per mille), un tasso di natalita’ con valori inferiori alla media nazionale. Nel Mezzogiorno e’ la Campania, con 10,8 nati per mille abitanti, che detiene il tasso di natalita’ piu’ elevato in assoluto e supera la media nazionale, cosi’ come la Sicilia (10,0 per mille), mentre la Sardegna presenta un valore tra i piu’ bassi, pari appena all’8,0 per mille.

In diminuzione, rispetto all’anno precedente, rileva ancora l’Istat, il tasso di mortalita’ che e’ ovviamente piu’ elevato nelle regioni a piu’ forte invecchiamento: Liguria, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia e Emilia-Romagna presentano tassi di mortalita’ superiori alla media nazionale (9,5 per mille). A queste si aggiungono tutte le regioni del Centro, con la sola eccezione del Lazio, dove il tasso di mortalita’ e’ inferiore alla media nazionale (9,1 per mille). Tra le regioni del Mezzogiorno, solo il Molise e la Basilicata presentano un tasso di mortalita’ (rispettivamente 11,2 e 9,6) piu’ elevato della media nazionale. Le altre regioni, ”piu’ giovani”, fanno registrare tutte valori inferiori al 9,5 per mille. Al contrario di quanto avviene per la natalita’, per la mortalita’ il peso degli stranieri risulta irrilevante, a causa della composizione per eta’ particolarmente giovane rispetto alla popolazione italiana. Come gia’ da diversi anni, l’incremento demografico del nostro Paese e’ garantito da un saldo migratorio con l’estero positivo. Nel corso del 2006 sono state iscritte in anagrafe come provenienti dall’estero 297.640 persone, mentre ammontano a 75.230 le cancellazioni di persone residenti in Italia trasferitesi all’estero.

Tra gli iscritti, gli italiani che rientrano dopo un periodo di permanenza all’estero rappresentano poco piu’ del 14%. La larga maggioranza e’ costituita da cittadini stranieri, soprattutto nelle regioni del Nord e del Centro (oltre il 90 per cento), mentre la quota di stranieri e’ meno significativa nelle regioni del Mezzogiorno. Viceversa, tra i cancellati per l’estero prevalgono gli italiani, che sono circa il 77 per cento del totale. Complessivamente, il bilancio migratorio con l’estero, pari a +222.410, e’ dovuto a un saldo fortemente positivo per gli stranieri, superiore a 237 mila unita’, che compensa il saldo lievemente negativo relativo alla sola componente italiana (-15 mila unita’). Il saldo relativo ai cittadini stranieri, pur consistente, e’ inferiore di circa 30 mila unita’ a quello dell’anno precedente. Il Nord e il Centro presentano tassi migratori con l’estero superiori alla media nazionale. Viceversa, tutte le regioni del Mezzogiorno presentano valori ben inferiori alla media. Tuttavia, il bilancio con l’estero risulta positivo per tutte le regioni e il corrispondente tasso varia da 0,3 per mille in Basilicata e Calabria a 6,4 di Trento, rispetto a una media nazionale del 3,8 per mille.

Nel corso del 2006 i trasferimenti di residenza interni hanno coinvolto circa 1 milione e mezzo di persone e, secondo un modello migratorio ormai consolidato, sono caratterizzati da uno spostamento di popolazione dalle regioni del Mezzogiorno (eccettuato l’Abruzzo) a quelle del Nord e del Centro. Il tasso migratorio interno oscilla tra il -4,4 per mille della Campania e il 4,6 per mille dell’Emilia-Romagna. La migratorieta’ interna e’ dovuta anche agli stranieri residenti nel nostro Paese, che seguono una direttrice simile a quella delle migrazioni degli italiani, ma presentano una maggior propensione alla mobilita’. Infatti, i cittadini stranieri, pur rappresentando il 5% della popolazione, contribuiscono al movimento interno per circa il 15%. Considerando i dati a livello ripartizionale, la somma dei tassi migratori interno ed estero indica il Nord-est come l’area piu’ attrattiva, con un tasso pari all’8,5 per mille, soprattutto per le immigrazioni dall’estero; segue il Centro (6,8 per mille), grazie alla capacita’ di attrarre i movimenti interni. Il Sud perde popolazione a causa delle migrazioni interne, costituite prevalentemente da italiani che trasferiscono la propria residenza nelle regioni centro-settentrionali: a saldi esteri generalmente positivi ma bassi, si accompagnano, infatti, saldi interni che presentano valori fortemente negativi. A livello regionale, l’Emilia Romagna risulta essere la regione piu’ attrattiva (10,4 per mille), seguita nel Nord da Trento (8,4 per mille), dal Friuli-Venezia Giulia (7,8 per mille), dalla Lombardia e dalle Valle d’Aosta (7,3 per mille) e nel Centro da Toscana (7,4 per mille), Umbria e Marche (7,3 per mille).

‘Tiene” la famiglia. Ben il 99,4 % della popolazione residente in Italia vive infatti in famiglie. Le famiglie anagrafiche, rileva ancora l’Istat, sono 23milioni e 900 mila circa; il numero medio di componenti per famiglia risulta pressoche’ invariato rispetto all’anno precedente ed e’ pari a 2,5. Il valore minimo e’ di 2,1 e si rileva in Liguria, mentre il massimo e’ 2,8 in Campania. Il restante 0,6% della popolazione, pari a 328 mila abitanti, vive in convivenze anagrafiche (caserme, case di riposo, carceri, conventi, ecc.). La popolazione residente nelle convivenze si concentra nel Nord e nel Centro. Secondo le stime piu’ recenti, nel 2006 il tasso di fecondita’ totale e’ stato pari a 1,35 figli per donna. Si conferma, pertanto, la leggera tendenza alla ripresa avviatasi nella seconda meta’ degli anni ’90 (Figura 2), dopo che per 30 anni, a partire dal 1965, la fecondita’ italiana era andata continuamente riducendosi fino a raggiungere il minimo storico di 1,19 figli per donna nel 1995.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA