Formazione

Legge 40: i commenti dentro alla relazione

Tutti hanno costruito un quadro di senso ad hoc, ma già all'interno della relazione ci sono alcuni commenti

di Sara De Carli

Come era prevedibile, si moltiplicano le prese di posizione sulla Relazione del Ministro Turco sulla attuazione della legge 40. Come al solito, i dati finiscono per essere più opinabili delle opinioni.

Leggere – e quindi decodificare, capirne il significato – i dati presentati nel rapporto in effetti non è facile per un profano. Tanto più che già da una pagina all?altra del rapporto qualche dato cambia.
Un esempio per tutti: a pagina 4/5 ci sono i dati disaggregati. Nel 2005 si sono ottenute 2.805 gravidanze con l?inseminazione semplice, 6.243 gravidanze con tecniche a fresco e 451 con scongelamento di embrioni o ovociti. Il totale – lo abbiamo fatto noi, non il rapporto – fa 9.499 gravidanze. La sintesi presentata dal Ministero della Salute sul suo sito, ripresa dai giornali e avvalorata dalla tabella allegata al rapporto, a pagina 100, conta 6.235 gravidanze ottenute. E le altre? Il punto è che quella cifra si riferisce solo alla gravidanze ottenute con tecniche a fresco, ovvero Fivet e Icsi. La relazione lo dice chiaramente, i giornali no. E comunque resta un dubbio: perché a pagina 5 le gravidanze ottenute con tecniche a fresco sono 6.243 e a pagina 100 diventano 6.235?

Vi proponiamo qui una raccolta dei commenti e delle considerazioni presenti già nella Relazione, la cornice di senso che tutti finora hanno ignorato, preferendo costruirgliene attorno una ad hoc.

La premessa della relazione, a pagina 4, recita:
«Occorre rilevare che la raccolta dei dati viene effettuata in forma aggregata, sebbene il sistema di rilevazione messo a punto dall?Istituto Superiore di Sanità sia in grado di raccogliere i dati sia per il ciclo che in forma aggregata. Utilizzare dati solo in forma aggregata permette di descrivere il fenomeno, ma non permette di formulare alcuna inferenza sulle osservazioni effettuate in termini di sicurezza e di efficacia delle tecniche utilizzate. Per questo motivo tutti i registri nazionali che raccolgono i dati sulle tecniche di riproduzione assistita raccolgono i dati su ciclo singolo».
E perché non lo si fa, se è meglio e se l?ISS è in grado di farlo?
«A tutt?oggi, non essendo sufficiente superare le obiezioni del Garante della Privacy attraverso un decreto ministeriale, per introdurre tale modifica nella raccolta dei dati risulta necessario predisporre un provvedimento legislativo».
E chiude dicendo: «Occorre rilevare che persiste una perdita rilevante di informazioni sugli esiti delle gravidanze, che i centri non sono ancora in grado di comunicare per problemi organizzativi interni, che limita la validità delle risposte che il Registro può offrire in termini di analisi sulla reale efficacia e sulla sicurezza dell?applicazione delle tecniche».

La prima critica arriva a pagina 5. Dei 209.236 ovociti prelevati, il 36,8% sono stati in seminati, il 12,2% crioconservati e il 51,1% sono stati scartati. «Rispetto a questi dati si evidenzia che la tecnica della crioconservazione degli ovociti è ancora sperimentale per molti centri e in molti casi non viene utilizzata perché troppo costosa rispetto alle probabilità di successo. Rispetto all?altissima percentuale di ovociti scartati, si sottolinea il nesso causale con l?art.14 della legge 40/2004, poiché indicando in tre il numero massimo di embrioni da produrre e trasferire in un unico e contemporaneo impianto si impone un limite indiretto al numero massimo di ovociti da fecondare». Idem a pagina 6, sui trasferimenti di uno, due, o tre embrioni: «Più della metà dei trasferimetni avviene con tre embrioni, dati in controtendenza rispetto a molti paesi europei, che sono sempre più orientati a trasferire un solo embrione e con più alto potenziale di sviluppo, al fine di limitare le gravidanze gemellari che sono fonte di patologia perinatale e materna. Anche qui si sottolienea il nesso causale con l?articolo 14 della legge 40».

Il confronto dei dati dei soli 96 centri che avevano già partecipato alla rilevazione del 2003, tanto invocato dalla destra, il ministero lo fa già all?interno della relazione, basta cercarlo. Pagina 8, con tabella riassuntiva a pagina 101. Lo scarto risulta del 2,7% rispetto ai prelievi effettuati, pari a 443 ipotetiche gravidanze in più. Nella relazione i mille bambini in più di cui parlano i giornali non ci sono. C?è un dato nel comunicato stampa, che parla di una ipotetica perdita di 1.041 gravidanze.

Pagina 9: «Merita altresì di essere rilevato e analizzato il fenomeno della migrazione delle coppie verso i centri esteri», senza riportare alcun dato.

Pagina 56 e pagina 78: il 47,8% delle informazioni sulle gravidanze ottenute viene persa: le future mamme non si presentano al follow up. Al centro il dato cresce fino al 63,3%. A pagina 56 c?è scritto che «riteniamo accettabile una perdita di informazione fino al 10% delle gravidanze ottentute».


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